Dopo due mesi e mezzo di attesa, che ha bloccato il mercato, arrivano gli incentivi auto: il Dpcm del 6 aprile che li fa partire dovrebbe essere pubblicato oggi lunedì 16 maggio sulla Gazzetta Ufficiale. Per il ministero dello Sviluppo economico, che dovrebbe emanare in giornata una circolare, ciò basterà perché i concessionari inizino a raccogliere subito contratti agevolabili, anche se l’apertura della piattaforma telematica di prenotazione è prevista per il 25. La circolare dovrebbe anche sciogliere alcuni dubbi applicativi.

Dubbi di altro tipo riguardano l’effettiva convenienza degli incentivi: oltre agli importi limitati rispetto agli anni scorsi, pesano i prezzi rincarati, i tempi di consegna lunghi e i cambiamenti attesi che potrebbero rendere obsoleti anzitempo modelli oggi incentivati.

Il percorso disegnato dall’Ue

La verità è che stiamo davvero entrando nella transizione ecologica disegnata da norme Ue sin dal 2016 non ancora complete. Finora la si è narrata solo con slogan. Il cambiamento tocca pure le norme sui bonus. Si passa dalla fase sperimentale - avviata a marzo 2019 e terminata nel 2021, dopo l’allargamento ai motori tradizionali dall’estate 2020 per la crisi pandemica - a un percorso disegnato a grandi linee il 1° marzo dal Dl 17/2022 (articolo 22), che porta al 2030. Cioè all’anno in cui l’attuale normativa Ue prevede emissioni medie di CO2 (non inquinante, ma responsabile dei cambiamenti climatici) delle auto sul mercato ridotte del 37,5% sul 2019.

A quel punto, non saremo lontani da quel 2035 per il quale la Commissione Ue ha proposto di mettere al bando la vendita di auto con motore tradizionale. E lo standard antinquinamento sarà l’Euro 7, che dovrebbe nascere a luglio per entrare in vigore nel 2025. Assieme a guida semiautonoma ed elettrificazione, renderà più costose anche le auto con motore diesel o benzina. Spingendo molti a tenersi la propria attuale vettura, se non fosse che nel frattempo le limitazioni al traffico in molti centri abitati saranno più selettive (soprattutto al Nord), anche perché giovedì 12 maggio la Corte Ue ha condannato per la seconda volta l’Italia per gli sforamenti dei limiti di inquinamento. Così non pochi dovranno rinunciare all’auto o ricorrere al car sharing (dove fruibile).

Aggiustamenti successivi

Nessuno sa come si arriverà al 2030. La commissione Ambiente del Parlamento europeo ha confermato la proposta di bando al 2035 (bocciata a fine aprile in commissione Trasporti) e approvato nuove tappe intermedie: rispetto ai valori di CO2 del 2021, tagli del 20% nel 2025 e del 55% nel 2030, ma senza la tappa intermedia del 2027 richiesta dagli ambientalisti, “accontentati” invece dalla bocciatura del trattamento di favore per i carburanti sintetici proposto col favore delle industrie. Ora si attendono il voto dell’Aula, nella sessione 7-8 giugno, e il passaggio alle trattative con i governi nazionali, che porterà alle norme definitive.

Il governo Draghi, stretto fra necessità dell’ambiente e rischio di affondare la filiera automotive italiana, non dà una linea di lungo periodo: il Dl 17/2022 si limita a stanziare per gli aiuti al settore un miliardo di euro l’anno dal 2023 al 2030 (700 milioni per il 2022). I dettagli sono di volta in volta in Dpcm. Il primo, firmato il 6 aprile, riguarda il periodo 2022-2024, facendo intuire novità dal 2025.

Con i giri di vite Ue sulle emissioni, si diffonderanno le auto elettriche, anche a scapito delle ibride oggi ambite. Solo il tempo dirà se il passaggio all’elettrico sarà totale e se abbatterà la CO2: la produzione di batterie è energivora e tanto costosa da rischiare di favorire, almeno potenzialmente, risparmi né ecologici né etici.

Regole e importi del bonus

In sintesi, per l’acquisto, anche in leasing, di autovetture nuove (veicoli di categoria M1) immatricolate in Italia, se le emissioni sono fino a 20 g/km (auto elettriche) e il prezzo di listino non supera i 35mila euro, Iva esclusa, spetta un contributo di 3mila euro; si possono aggiungere 2mila euro se si rottama un’auto. Il contributo scende a 2mila euro per emissioni tra 21 e 60 g/km (ibride plug-in) e spetta con un prezzo fino a 45mila euro oltre l’Iva; si possono aggiungere 2mila euro con la rottamazione. Per le auto nuove nella fascia 61-135 g/km (endotermiche a basse emissioni) con prezzo fino a 35mila euro oltre l’Iva, spettano 2mila euro e solo se c’è rottamazione.

L’auto va intestata al beneficiario del bonus, che deve mantenerne la proprietà per almeno 12 mesi. La rottamazione deve essere contestuale all’acquisto; l’auto demolita deve essere di classe inferiore a Euro 5 e intestata, da almeno 12 mesi, all’acquirente o a un suo familiare convivente.

Esclusi

Imprese ed enti - Gli incentivi 2022-2024 non spettano alle persone giuridiche diverse dalle ditte di car sharing: sono solo per persone fisiche.

Vincoli

Cessione limitata - L’auto presa con incentivo non può essere rivenduta prima di 12 mesi (24 mesi in caso di car sharing).

Sanzioni

Per chi rivende - Il Dpcm non specifica che cosa accade a chi rivende l’auto prima di 12 mesi: restituzione del bonus? La sanzione non è chiara.

Limiti

Quante auto - Il Dpcm fa pensare che a ogni beneficiario spetti un’auto fino al 2024. Servono però conferme ufficiali.

Maurizio Caprino - 15 maggio 2022 – tratto da sole24ore.com

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