Dal superbonus edilizio 110% al voucher vacanze, dai nuovi limiti per i pagamenti cash fino all’aumento nelle buste paga dei dipendenti

Auto aziendali, stipendi, bonus vacanze, lavori in casa e pagamenti con carte e contanti. Tra vecchie norme quasi dimenticate e altre varate sull’onda dell’emergenza coronavirus, il 1° luglio segna un “mezzo capodanno”. Con novità che spesso regalano incentivi e crediti d’imposta, ma che non sono sempre facili da applicare. Perché le istruzioni sono mancanti o complesse e il destino di certe misure resta incerto. O perché il Parlamento deve ancora convertire in legge il decreto Rilancio (lo farà entro il 18 luglio).

Pensiamo al superbonus del 110%: le spese sostenute dal 1° luglio possono già beneficiare della detrazione massima, ma su diversi aspetti chiave il decreto potrebbe cambiare. Includendo ad esempio le seconde case, che oggi sono tagliate fuori se monofamiliari. Lo stesso accade con gli assegni familiari (il cui rinnovo per il 2020-2021 va chiesto online da inizio luglio) che sono destinati a essere superati dal Family act con l’introduzione di un assegno unico per ogni figlio fino alla maggiore età.

La «casualità» delle agevolazioni

Guardandole tutte insieme, queste novità non restituiscono un disegno coerente: il che è forse inevitabile, visto che nascono da storie, tempi e riforme diverse. Resta però la sensazione che alcune norme non siano calibrate sulle urgenze di oggi. E che, in generale, l’attribuzione di alcuni bonus finisca per generare un effetto lotteria imprevedibile.

Ad esempio, per come è scritto oggi il Dl Rilancio, la possibilità di applicare l’ecobonus del 110% a una seconda casa in campagna è legata a fattori abbastanza casuali: chi ha una villa con due unità abitative acccatastate separatamente è ammesso, chi ha un alloggio con soffitta no. E ancora: se il proprietario ha già preso la residenza, può rientrarvi; se la casa è inagibile, viene escluso. Ricordando però che, se il rudere è in zona sismica 1, 2 o 3, i lavori strutturali hanno il 110% del sismabonus senza badare a prima o seconda casa.

E che dire del contraddittorio preventivo con il Fisco? Poter spiegare le proprie ragioni ai funzionari prima di subire un accertamento è un elemento di civiltà. Ma il nuovo obbligo al confronto era già nato con il difetto di non includere gli accertamenti parziali, che sono la maggioranza. Poi è arrivata l’emergenza coronavirus, con tutta la sua appendice di rinvii: con il risultato che, da un lato, oggi si impone all’ufficio di non notificare gli atti prima del 2021 (per lasciar tranquilli imprese e cittadini) e, dall’altro, gli si chiede di convocare i contribuenti prima di emettere gli accertamenti (che vanno comunque emessi quest’anno a pena di decadenza).

Le novità scattano adesso, gli aggiustamenti arriveranno in corsa. Così avverrà anche per la nuova tassazione delle auto aziendali date in uso promiscuo ai dipendenti: la stretta sui fringe benefit riguarda i «contratti stipulati» dal 1° luglio; ma il Fisco non ha ancora chiarito se si intende il contratto siglato con chi cede il veicolo, o l’accordo di assegnazione tra impresa e dipendente.

Meccanismi «fuori fuoco» e misure a termine

All’effetto lotteria, per alcuni incentivi, si affiancano inoltre le difficoltà applicative. Vedi alla voce: bonus vacanze. L’adesione al voucher da parte degli operatori del settore turistico è volontaria. E uno strumento pensato per dare una risposta alla crisi del turismo rischia di tradursi in un boomerang: lo sconto da applicare all’ospite (pari all’80% del bonus) verrà rimborsato dallo Stato con tax credit, a sua volta cedibile alle banche; ma di fatto va anticipato al cliente, e la crisi di liquidità degli alberghi ne impedisce l’uso. Così, l’incertezza sulle strutture aderenti rischia alla fine di frenare le prenotazioni.

Con una formula diversa, il mix tra incentivo diretto e detrazione si ritrova anche nel taglio del cuneo fiscale : il beneficio deciso con l’ultima legge di Bilancio (in sostituzione del bonus Renzi) arriva in parte come aumento in busta paga e in parte come riduzione delle prossime imposte. Ma questa seconda parte è a termine: vale solo da luglio a dicembre, «in vista di una revisione strutturale del sistema delle detrazioni» (come recita il Dl 3 /2020).

Entro fine anno si attende anche il riordino delle misure di sostegno per la famiglia, il “cuore” del Family act. Con cui si potrebbe ripensare l’assegno al nucleo, oggi limitato ai lavoratori dipendenti, e sostituirlo con un assegno universale rivolto a una platea più ampia, che includa i lavoratori autonomi.

Tra le misure a termine non si può non citare il tetto all’ uso del contante, che il 1° luglio passa a 2mila euro ma è già destinato a scendere a mille euro, da gennaio 2022. La soglia cambia ora per la quinta volta dal 2010, mentre prosegue l’avanzata dei mezzi di pagamento digitali. Che prova a far leva su un altro incentivo: il credito d’imposta del 30% sulle commissioni pagate da commercianti e professionisti che accettano transazioni con carte o altri strumenti elettronici. Un piccolo ma interessante banco di prova per le strategie cashless di contrasto all’evasione sostenute dal Governo.

D.Aquaro/C. Dell'Oste/M. Finizio - 30 giugno 2020 – tratto da sole24ore.com

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