l cyberstalking alle truffe, dalle finte vendite alla diffamazione passando dalla pornografia minorile.  Dai principi generali ai problemi della privacy, a come si fanno le indagini per scovare i colpevoli, alle truffe sugli acquisti telematici, al riciclaggio, sino ai reati più gravi come truffa, sostituzione di persona e pedopornografia.
A cominciare dall’aiuto (comunque non sufficiente) che il Garante, la magistratura e la polizia forniscono alle vittime.
Certo il Garante, se richiesto e a volte d’ufficio, interviene a bloccare la circolazione di filmati e messaggi che violano le norme sul trattamento dei dati personali; e la polizia postale è sollecita nell’oscurare i siti, fulminea se si tratta di bloccare la circolazione di materiale pedopornografico, iniziative queste che possono prescindere anche dalla individuazione del responsabile, visto che intervengono sul prodotto e non sull’autore. Le Procure, sempre in debito di personale e di strumenti, fanno quel che possono, ma debbono fermarsi all’interno dei confini nazionali, a meno di ricorrere a rogatorie internazionali, complesse e spesso ignorate.
Meritorie le iniziative di alcune di esse, da ultima quella di Milano che, d’intesa con l’Ordine degli avvocati, ha sottoscritto un Protocollo d’intesa a favore delle vittime di reati informatici (www.procura.milano.giustizia.it/reati-informatici.htm).
Per individuare il soggetto da indagare e, se del caso, da condannare, infatti, occorre avere gli elementi necessari per identificarlo con una buona approssimazione, il che vuol dire risalire, attraverso il provider, all’indirizzo IP che consente di identificare la macchina che ha inserito il materiale informatico e, quindi, al possibile colpevole. Ma se il provider e il server si trovano alle isole Cayman arriveranno mai a ottenere le risposte necessarie? Ciò per tacere delle innumerevoli possibilità che la rete offre agli utenti che vogliano agire, nascondendosi dietro identità false o rubate.
Che fare allora per fronteggiare o almeno arginare un fenomeno, che sta assumendo proporzioni preoccupanti? Innanzi tutto agire con prudenza, quando si postano dati personali, siano essi filmati, foto o scritti, specie quando li si affida ad amici conosciuti in rete o li si mette a disposizione di social network aperti, così perdendone la disponibilità.

11 ottobre 2016 – tratto da sole24ore.com

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