L'imprenditore che non versa le ritenute rischia la condanna penale anche quando ha dato solo un acconto sullo stipendio senza pagare l'intero. La Procura deve limitarsi a produrre in giudizio i modelli DM10.

Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 39043 del 28 agosto 2018, ha confermato la responsabilità di un manager di Cagliari.

Gli Ermellini hanno motivato la decisione spiegando che in materia di omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali operate dal datore di lavoro, l'onere incombente sul pubblico ministero di dimostrare l'avvenuta corresponsione delle retribuzioni ai lavoratori dipendenti è assolto con la produzione del modello DM 10, con la conseguenza che grava sull'imputato il compito di provare, in difformità dalla situazione rappresentata nelle denunce retributive inoltrate, l'assenza del materiale esborso delle somme. Allo stesso tempo, la presentazione da parte del datore di lavoro degli appositi modelli DM10, attestanti l'effettiva corresponsione delle retribuzioni ai dipendenti in mancanza di elementi contrari, può essere dimostrata in giudizio, anche in base alla testimonianza del funzionario dell'ente previdenziale, non essendo necessaria la relativa produzione documentale, se l'imputato non ne contesti l'invio.

Ma non è ancora tutto. La terza sezione penale ha inoltre motivato che il reato di omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali si configura non soltanto nel caso dell'integrale pagamento delle retribuzioni dovute ai lavoratori dipendenti ma anche nel caso della corresponsione di acconti, anche se modesti, sulle retribuzioni medesime, in quanto ciò comporta il mancato versamento, quantomeno in percentuale, dei contributi sui predetti acconti.

Per la Cassazione, dunque, alla luce di questi principi giustamente applicati dalla Corte d'appello, l'onere probatorio gravante sull'imputato non risulta affatto assolto, tanto più che in effetti la dedotta crisi finanziaria, che avrebbe impedito il pagamento delle retribuzioni ai dipendenti nel 2008, avrebbe provocato il fallimento della società ben sei anni dopo, mentre altresì solamente nel 2012 furono emesse le ingiunzioni di pagamento in favore dei dipendenti.

Debora Alberici - 29 agosto 2018 – tratto da Italia Oggi

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