Il Governo va avanti sulla tracciabilità dei pagamenti. Un’operazione imperniata su più interventi ma che avrà come punti fermi gli incentivi. Incentivi destinati sia ad attività economiche e professionali che si doteranno di Pos e altri terminali per la moneta elettronica sia a chi effettua i pagamenti.

Nel primo caso sotto forma di credito d’imposta per coprire i costi di installazione e gestione del Pos, almeno all’inizio. Nel secondo caso con un cashback, ossia un rimborso fiscale di una percentuale dei pagamenti effettuati con strumenti alternativi al contante. A seguire da vicino il dossier, su cui sono state già individuate almeno quattro mosse da operare, è il riconfermato sottosegretario all’Economia, Alessio Villarosa (M5S).

Un progetto in cui avrà un ruolo strategico anche il taglio delle commissioni per negozianti, esercenti e professionisti che si doteranno di Pos e che consentiranno ai loro clienti di pagare senza contanti. Un’interlocuzione già avviata nei mesi scorsi per arrivare a un protocollo d’intesa con l’Abi. «Sto parlando da mesi con gli operatori - sottolinea Villarosa - e resto sempre più convinto che per incrementare l'utilizzo degli strumenti digitali è fondamentale eliminare i costi delle transazioni digitali sotto i 5 euro e ridurre pesantemente i costi per quelle sotto i 25 euro e garantire bassi costi per quei settori a “bassa marginalità” come, ad esempio, benzinai o edicolanti».

L’idea di fondo è quella di limitare l’utilizzo del contante in chiave antievasione. Ma, come mette in chiaro il sottosegretario, applicare «costi a chi preleva non è nelle nostre intenzioni» perché «tra l'altro stiamo parlando di soldi già tracciati perché presenti nei conti correnti bancari». La strada, invece, è quella di «un pacchetto di incentivi». In primo luogo, precisa Villarosa, «è fondamentale garantire un credito di imposta che copra totalmente i costi di installazione e di gestione almeno per il primo anno». Poi c’è lo stimolo a chi paga garantendo un rimborso di una percentuale dell’importo speso: «Il cashback riguarderebbe sia negozianti che famiglie stiamo ragionando se iniziare dai settori con alte percentuali di evasione o direttamente su tutte le transazioni». Insomma, un doppio bonus fiscale per agire con un contrasto di interessi che renda appetibile l’alternativa al cash per tutti. Sulla falsariga di quanto già fatto con i carburanti, per i quali dal 1° luglio 2018 solo il pagamento tracciabile dà diritto a deduzione dei costi e detrazione dell’Iva e allo stesso tempo è stato previsto un credito d’imposta per i benzinai.

Un altro ostacolo è la capillarità per arrivare anche a quelle fasce come gli anziani meno avvezze all’utilizzo di carte e bancomat. Il modo per superarlo si chiama «carta unica». Una tessera che, anticipa Villarosa, avrà «carta d’identità, tessera sanitaria, identità digitale e possibilità di attivare in conto di pagamento presso qualsiasi sportello bancario o postale». I lavori sono in corso perché dovrà « garantire gli standard internazionali sui quali ci si è accordato con gli altri Paesi ma troveremo la quadra».

Mobili/G. Parente - 20 settembre 2019 - tratto da sole24ore.com

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