Graduatorie con «ampia validità» per chi ha partecipato (con successo) a concorsi per entrare nella pubblica amministrazione: sarà, infatti, possibile procedere allo scorrimento di quelle approvate otto anni fa «entro e non oltre il 31 marzo 2020», a patto che i vincitori garantiscano la frequenza obbligatoria di corsi di formazione e aggiornamento promossi dagli enti nei quali andranno a lavorare, nonché previo superamento di un apposito esame-colloquio, finalizzato a «verificarne la perdurante idoneità». E, nel contempo, si andrà a rimpinguare l'organico dell'Ispettorato nazionale del lavoro, giacché l'istituzione (per «rafforzare la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e l'attività di contrasto al fenomeno degli infortuni») viene autorizzata a bandire un concorso «e, conseguentemente, ad assumere a tempo indeterminato, un contingente di personale ispettivo fino a 150 unità a decorrere dal 2021», un reclutamento che verrà coperto con 6 milioni 387.000 euro a partire dal 2021.

A prevederlo alcuni emendamenti varati nelle ultime ore all'interno del cosiddetto «decreto imprese e crisi aziendali» (101/2019) che, approdato ieri nell'aula del senato, verrà votato con la fiducia, per poi passare all'esame dei deputati, in vista dell'approvazione definitiva che dovrà avvenire entro il 3 novembre, pena la decadenza del provvedimento di matrice governativa. Archiviata la soluzione «a doppio binario» per l'inquadramento e le tutele dei «rider», a seconda del loro impegno continuativo, o saltuario come ciclofattorini, tra le misure licenziate nelle commissioni Lavoro e Industria di palazzo Madama va segnalata quella sull'estensione dell'indennizzo (pari al trattamento minimo dell'Inps, che nel 2019 ammonta a 513 euro, ndr) ai titolari delle aziende che hanno cessato l'attività commerciale in anticipo rispetto ai parametri previsti per accedere alla pensione di vecchiaia (67 anni), previsto dal decreto legislativo 207/1996: potranno goderne pure soggetti in possesso dei requisiti di richiesti (in primis la consegna della licenza e la cancellazione dal registro delle imprese) «nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2017 e il 31 dicembre 2018».

Semaforo verde, poi, al «premio» per quei dipendenti che decidono di vestire i panni dei capitani della propria azienda, per risollevarne le sorti: arriva, infatti, il finanziamento del Fondo per la crescita sostenibile, con una dotazione di 6,5 milioni in tre anni; l'intervento soddisfa l'Alleanza delle cooperative, che plaude alla scelta dei senatori di investire sul coraggio dei cosiddetti «workers buyout», definiti «uno strumento importante, perché permettono di salvare occupazione e reddito» a livello territoriale. Sull'onda, infine, dell'avanzante rispetto ambientale, via libera pure all'introduzione della disciplina dell'«end of waste», che apre la strada al trattamento dei rifiuti come «materia secondaria». Senza, quindi, decretarne la fine. Fra gli emendamenti approvati in commissione c'è infatti anche la norma, attesa da molte imprese del settore del recupero e del riciclo, bloccate da mesi da norme tecniche carenti, che consentirà, in mancanza di criteri specifici già emanati dal ministero dell'ambiente o dall'Ue, il rilascio di autorizzazioni regionali ad hoc al riciclo, sulla base dei nuovi criteri europei, e «salverà» le autorizzazioni al riciclo esistenti. Il rilascio delle autorizzazioni, peraltro, dovrà essere comunicato all'Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) entro 10 giorni e l'Ispra (o l'Arpa delegata), successivamente, potrà svolgere controlli a campione sugli impianti.

Simona D'Alessio – 23 ottobre 2019 – tratto da Italia Oggi

Altre notizie