Solo il 35,8% delle persone con disabilità abili al lavoro è occupato. È quanto emerge dalla ricerca «L'inclusione lavorativa delle persone con disabilità in Italia», elaborata dalla Fondazione studi dei Consulenti del Lavoro e presentata ieri al Ministero del Lavoro in occasione nella giornata internazionale delle persone con disabilità, alla presenza del ministro del lavoro e del welfare Nunzia Catalfo. Una ricerca costruita sulle dichiarazioni Pid (Prospetto Informativo Disabili) che le aziende con più di 14 dipendenti sono tenute ad inviare ai fini del rispetto dell'obbligo normativo. Questi lavoratori, un totale di 360 mila registrati nel 2018, hanno un'età avanzata (il 53,7% ha 50 anni e più), prevalentemente è di sesso maschile (le donne sono il 41,3%) e sono occupati al Nord per il 56% dei casi. Dalla ricerca emerge che ci sono 145 mila posti di lavoro ancora vacanti, ossia riservati alle persone con disabilità ma non ancora coperti; questi rappresentano il 29% del totale della quota di riserva. Il che significa, si legge nel rapporto, che ogni 100 occupati con disabilità ci sono 40 opportunità che potrebbero portare al raggiungimento di 500 mila occupati. Il rispetto della legge 68/1999 infatti è ancora da completare: il 44,9% delle 95 mila aziende e pubbliche amministrazioni, tenute all'adempimento normativo, non sono completamente allineate. «Se dovessi sintetizzare il risultato della ricerca», ha detto Marina Calderone, presidente dell'Ordine dei consulenti del lavoro, «è che resta ancora molto da fare perché un diritto stabilito per legge diventi un diritto vero». Al di là della normativa, le relazioni del ministero del lavoro sull'attuazione della legge 68/99 mostrano come negli anni si sia consolidata una quota significativa di aziende che, pur non essendo sottoposta ad obbligo, assume persone con disabilità. Nel 2015 sono stati il 9,7% del totale (circa 2.000) gli avviamenti al lavoro da parte di imprese e pubbliche amministrazioni con meno di 15 dipendenti: una percentuale stabilizzatasi negli anni intorno al 10%, e che fa risultare la richiesta nominativa (anche mediante convenzione) quasi esclusiva (94%). A livello settoriale, l'industria è il comparto con maggiori posti vacanti (il 35,3% del totale), seguita da pubblica amministrazione, istruzione e sanità (25,7%) e dal terziario avanzato: servizi di comunicazione, finanziari e alle imprese (18,4%). Entrando nel dettaglio delle professioni più richieste, al primo posto vi sono i commessi, seguiti da addetti agli affari generali (secondo), alla gestione dei magazzini (terzo) e, al quarto posto, figure non qualificate destinate ai servizi di pulizia. Al quinto posto, le aziende indicano analisti e progettisti di software, seguiti da figure addette all'imballaggio e al magazzino, operai e professioni non qualificate nelle attività industriali. Solo al nono posto vengono indicate figure da destinare ad attività di segreteria. Da un punto di vista contrattuale, la quasi totalità degli occupati con disabilità in forza presso le aziende risulta assunta con contratto a tempo indeterminato (93,7%), mentre il tempo determinato (5,7%) o altri contratti flessibili incidono per il 6,3%, ma tra i giovani cresce il lavoro temporaneo.

04 dicembre 2019 – tratto da Italia Oggi

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