Un bonus per chi decide di abbandonare il mercato tutelato dell’energia elettrica ed entrare in quello libero. Per un anno intero i clienti potranno fare una prova attraverso la cosiddetta tutela simile, studiata proprio per accompagnare il consumatore verso il mercato libero. L’opportunità è disponibile sin dal 1° gennaio 2017: un sito (www.portaletutelasimile.it), gestito da Acquirente Unico, consente ai singoli consumatori domestici e alle piccole e medie imprese di visualizzare la classifica delle 27 società che hanno aderito al progetto, il bonus offerto e il numero di clienti a cui intendono offrirlo (si veda tabella in pagina). Engie, ad esempio, offre un bonus pari a 115 euro a 99.992 clienti, Eni 106 euro a 500 mila clienti, Vivigas, un premio di 84 euro a 49.994 clienti.
Che cos’è. La tutela simile è una particolare offerta di mercato libero di sola energia elettrica (non vengono inclusi servizi aggiuntivi) con condizioni contrattuali obbligatorie e omogenee e condizioni economiche uguali al servizio di maggior tutela (18,635 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse) ma scontate in relazione al bonus che ogni società ha deciso di offrire. La tutela simile ha avuto inizio il 1° gennaio 2017 e terminerà il 30 giugno 2018. Il contratto del singolo cliente avrà una durata di 12 mesi, potrà essere stipulato una sola volta e non sarà rinnovabile. I soggetti della tutela simile sono due: l’amministratore che è Acquirente Unico Spa, che si occupa della gestione del sito centrale, dell’ammissione dei fornitori, della verifica e del mantenimento dei requisiti da parte dei partecipanti. E i facilitatori, che sono le associazioni dei consumatori (Acu, Adiconsum, Adoc, Casa del consumatore, Centro tutela consumatori e utenti, cittadinanza attiva, Codici, Federazione confconsumatori, Federconsumetori, Lega consumatori, Movimento consumatori, Movimento difesa del cittadino, Unione per la difesa dei consumatori) e le organizzazioni dei rappresentanti delle Pmi che supportano i clienti nella comprensione delle offerte.
Giorgia Pacione Di Bello – 03 gennaio 2017 – tratto da Italia Oggi