La semplificazione fiscale resta un’utopia. E se sulla carta una proroga viene concessa per “dare più tempo”, all’atto pratico, visto il fitto e complesso calendario fiscale del Belpaese, si rivela portatrice di ulteriori complicazioni, con la moltiplicazioni degli adempimenti e con un effetto- domino probabilmente non preventivato. Vediamo perché.

La proroga

Per effetto della proroga, limitata alle sole imposte sui redditi, il contribuente, titolare di reddito d’impresa, dovrà rispettare:

-le vecchie scadenze del 30 giugno 2017, o dal 1° luglio al 31 luglio 2017 con lo 0,40% in più, per pagare l’Irap, l’eventuale saldo Iva 2016, i contributi previdenziali e le altre imposte diverse dalle imposte sui redditi;

-le nuove scadenze, 20 luglio 2017, o dal 21 luglio al 21 agosto con lo 0,40% in più, per pagare le imposte sui redditi, Irpef, Ires e relative addizionali.

Nel caso in cui lo stesso contribuente, titolare di reddito d’impresa, paghi le imposte in modo rateale, dovrà anche rispettare due piani di rateazione, uno per versare le imposte sui redditi e l’altro per versare le altre imposte e i contributi previdenziali, moltiplicando così i modelli F24.

Nei casi in cui il piano di rateazione sia già “partito”, con la prima rata pagata entro il 30 giugno, il contribuente dovrà sostituire i modelli F24, comprendenti le imposte sui redditi e i contributi, con nuovi modelli F24 e scadenze diverse.

L’esempio

Si può fare l’esempio di un contribuente, titolare di reddito d’impresa, che ha già pagato la prima rata per le imposte sui redditi, entro il 30 giugno 2017, versando 2mila euro, senza interessi, perché la rateazione prevedeva sei rate (debito totale 12mila euro).

Con lo stesso modello F24 ha anche pagato la prima rata dei contributi Inps per 1.000 euro (debito totale 6mila euro).

Per le successive rate, il nostro «contribuente puntuale» dovrà presentare modelli F24 separati e dovrà rispettare scadenze diverse con interessi diversi. Ma c’è anche un altro problema ed è che, avendo rispettato la scadenza del 30 giugno 2017 per il pagamento delle imposte sui redditi, ora, con il nuovo piano di rateazione, la prima rata, “prorogata” al 20 luglio, risulterà insufficiente perché l’importo di 12mila euro dovrà essere frazionato in un massimo di cinque rate.

Il pagamento iniziale di 2.000 euro (un sesto di 12.000 euro) sarà insufficiente perché la nuova rateazione, a partire dal 20 luglio, prevede un massimo di cinque rate, e, perciò, l’importo da versare doveva essere di 2.400 euro (un quinto di 12.000 euro).

Per “passare” al nuovo piano di rateazione, questo contribuente dovrebbe eseguire un ravvedimento sui 400 euro mancanti, per un tardivo versamento conseguenza della proroga concessa al 20 luglio 2017. Un’ulteriore complicazione. Inoltre, lo stesso contribuente dovrà sostituire i precedenti cinque modelli F24 relativi alle scadenze delle rate successive al 30 giugno 2017, con nove nuovi modelli F24, quattro per le rate delle imposte sui redditi in base alla nuova rateazione e cinque per le rate dei contributi, che seguono la vecchia rateazione.

Altre proroghe in arrivo

In questa settimana dovrebbero concretizzarsi altre due proroghe fiscali di cui si è parlato in questi giorni, il modello 770 e la voluntary bis, entrambi in scadenza al 31 luglio .

Le nuove date ancora non sono ufficiali anche se si sono fatte delle ipotesi (si è parlato del 31 ottobre per il modello 770 e del 30 settembre, che essendo un sabato slitterebbe al 2 ottobre , per la voluntary). A sancire questi due rinvii, si apprende dal ministero dell’Economia, dovrebbero essere due Dpcm che saranno firmati a breve.

Federica Micardi/Tonino Morina - 25 luglio 2017 – tratto da sole24ore.com

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