La prima tranche di 100mila comunicazioni è partita in questi giorni e riguarda i redditi percepiti nel 2013 e non dichiarati nel 2014. La seconda tranche partirà entro lunedì ed è relativa agli Studi di settore; il numero preciso ancora non si conosce ma dalle Entrate fanno sapere che sono oltre 100mila.

Gli alert inviati dalle Entrate che invitano i contribuenti a correggere errori e omissioni superano quindi, nel 2017, quota 420mila.

Questi avvisi bonari possono arrivare via pec o tramite posta; le discrasie segnalate sui redditi 2013 sono emerse dall’incrocio delle informazioni contenute nelle diverse banche dati del Fisco. Ad esempio dal confronto tra il 770 presentato dal sostituto di imposta e la dichiarazione presentata da sostituito oppure, per gli assegni di mantenimento, attraverso il confronto tra le dichiarazioni degli ex coniugi .

Sono sette le tipologie di reddito messe sotto osservazione: redditi da locazione anche con cedolare secca, redditi da lavoro dipendente inclusi gli assegni corrisposta dall’ex coniuge, redditi prodotti in forma associata, redditi da capitale, redditi da lavoro autonomo abituale - sia professionale che non - redditi d’impresa.

I contribuenti destinatari di queste comunicazioni, oltre al dettaglio delle informazioni da cui emergono le anomalie, saranno, in molti casi, indirizzati ad accedere a Fisconline per correggere la dichiarazione in maniera assistita.

Per la prima volta, nel Cassetto fiscale sarà disponibile il link «scarica dichiarazione da integrare» così si potrà avere subito la dichiarazione presentata nel 2014. Un’altra novità è la possibilità di scaricare il software di compilazione che consente di installare il pacchetto UnicoOnLine e permetterà di integrare la dichiarazione “anomala”. Per alcuni redditi (ad esempio per quelli da lavoro dipendente) l’Agenzia fornisce già il prospetto precompilato del quadro da correggere o completare. Una volta compilata l’integrativa andrà inviata e pagato il dovuto con l’F24.

Sui tempi entro cui ravvedersi nulla viene detto, il suggerimento però è di farlo il prima possibile; le Entrate hanno infatti cinque anni per avviare i controlli, e una volta partito l’accertamento il ravvedimento è precluso.

Federica Micardi - 6 giugno 2017 – tratto da sole24ore.com

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