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La stima di una crescita del pil dell'1,2% nel 2016, contenuta nel Def, è "soggetta a rischi al ribasso". Lo si legge nella Relazione al Parlamento che accompagna il Def. 
Il documento sottolinea che la revisione al ribasso della crescita attesa per il 2016, portata dall'1,6% all'1,2%, "è dovuta per quasi due terzi a un minore effetto di trascinamento dei dati 2015 sul 2016 e solo per il rimanente terzo al peggioramento delle prospettive internazionali e alle loro future ripercussioni sulla spesa d'investimento". "La previsione - prosegue il documento - continua perciò a basarsi su aspettative relativamente ottimistiche circa la domanda interna e la capacità delle imprese italiane di espandere le loro esportazioni in un quadro di accresciuta difficoltà, ed è pertanto soggetta anche a rischi al ribasso".
Il ogni caso, "il governo continua ad adoperarsi in sede tecnica per l'adozione di metodologie di calcolo del prodotto potenziale più flessibili. Allo stesso tempo è intenzione del governo utilizzare tutti i margini di flessibilità consentiti dal patto di stabilità e crescita".
"Se è vero che l'Italia è uscita da un periodo di grave recessione economica eccezionalmente lungo e che le aspettative del governo riguardo alla crescita reale rimangono cautamente positive - prosegue il documento - è altresì vero che la tendenza dell'inflazione risulta più sfavorevole del previsto, il che comporta una bassa crescita del pil nominale sia pure accompagnata dalla crescita reale".

11 aprile 2016 – tratto da Italia Oggi

 

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