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Avvocati francesi con ristori più che raddoppiati rispetto a quelli italiani. Per il mese di dicembre, i legali transalpini riceveranno un contributo di 1.500 euro. In Italia invece, i professionisti ordinistici sono stati esclusi dai contributi a fondo perduto; l'unica indennità ad oggi ricevuta è quella dei 600 euro per i mesi di marzo ed aprile, poi portati a 1.000 a maggio ma solo a determinate condizioni. Questo in attesa di modifiche da parte del governo: da mesi ormai esponenti dell'esecutivo dichiarano la volontà di aprire la strada dei ristori anche ai professionisti iscritti alle casse di previdenza private; con il prossimo decreto Ristori si dovrebbe intervenire proprio in questo senso.

Secondo quanto riportato dal Conseil national des barreaux (il Consiglio nazionale forense francese), i legali d'oltralpe potranno quindi accedere al nuovo fondo istituito dal governo Macron per sostenere le attività che hanno subito gli effetti delle chiusure del mese di dicembre. Per le imprese, è previsto un sostegno fino a 10.000 euro. Per gli avvocati, invece, sarà possibile fruire di un incentivo di 1.500 euro. Per poter godere del sostegno, lo studio legale dovrà aver registrato un calo del fatturato di almeno il 50% tra il 1° e il 31 dicembre 2020.

In Italia, come detto, la vicenda è invece un po' diversa. I professionisti ordinistici, quindi anche gli avvocati, non rientrano tra i beneficiari dei contributi a fondo perduto, i cosiddetti ristori; una forma di sostegno, tuttavia, gli iscritti alle casse private l'hanno ricevuta: a marzo e ad aprile, infatti, tutte le partite iva italiane hanno potuto godere di un bonus di 600 euro. In realtà, gli ordinistici erano inizialmente esclusi dalla misura introdotta dal decreto Cura Italia (dl 18/2020) ed è servito un successivo decreto del Ministero del lavoro per ricomprenderli. Inoltre, per godere dell'agevolazione era necessario dimostrare una riduzione del 33% del reddito del primo trimestre 2020 (condizione non richiesta invece ai professionisti iscritti alla gestione separata). Un ulteriore contributo è stato poi stanziato per il mese di maggio dal decreto Rilancio (dl 34/2020); in questo caso l'importo saliva a 1.000 euro ma per tutti i professionisti, ordinistici e non, era necessario dimostrare un calo del fatturato del 33% nel mese di aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019 (il riferimento al fatturato di aprile è rimasto anche come condizione per accedere ai successivi ristori stanziati a ottobre). Lo stesso decreto Rilancio aveva quindi introdotto i primi contributi a fondo perduto, poi rinnovati con i vari decreti Ristori, escludendo la maggior parte dei professionisti italiani; quelli ordinistici ne erano esclusi a priori e ne sono esclusi ancora adesso, mentre per quelli iscritti all'Inps la condizione per poter accedere era quella di non aver fruito dei bonus da 600 e da 1.000 euro. Secondo le stime governative, oltre 5 milioni di professionisti Inps e Ago hanno goduto del contributo e sono, quindi, esclusi dal fondo perduto. La situazione, almeno sentendo le parole di vari esponenti del governo (tra cui il ministro dell'economia Roberto Gualtieri, si veda ItaliaOggi del 25 novembre 2020), dovrebbe presto cambiare con l'inserimento dei professionisti ordinistici tra i beneficiari dei ristori; già il decreto Ristori 1 (dl 137/2020) aveva ampliato la platea delle partite iva inserendo una serie di codici Ateco che individuano categorie professionali iscritte all'Inps.

Michele Damiani - 13 gennaio 2021 – tratto da Italia Oggi

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