Continuano ad aumentare i contributi previdenziali soggettivi sui redditi professionali degli avvocati, dei ragionieri, dei periti industriali, dei biologi, dei veterinari, degli infermieri, dei medici e degli odontoiatri. Il dato emerge dall’analisi delle dichiarazioni previdenziali che devono essere presentate nei prossimi mesi, per dichiarare il reddito e il volume d’affari del 2017.

Per il contributo integrativo, invece, la sentenza del Consiglio di Stato 4062/2018 del 3 luglio 2018, ha bocciato il ricorso presentato dai ministeri del Lavoro e dell’Economia contro la sentenza del Tar del Lazio 966/2016, con la quale si legittima l’aumento dal 2% al 4% del contributo integrativo da applicare sulle prestazioni effettuate nei confronti della Pubblica amministrazione, da parte dei professionisti iscritti all’Epap (ente di previdenza di attuari, chimici, dottori agronomi e dottori forestali e geologi). Questa sentenza avrà conseguenze anche per altri professionisti, perché ha eliminato una disparità di trattamento tra il settore pubblico e quello privato, prevista dalla legge 133/2011 che ha permesso l’incremento dell’integrativo oltre il 2% agli enti che applicano il sistema di calcolo contributivo, escludendo dall’aumento la Pa.

Ad oggi, hanno elevato il contributo integrativo avvocati, biologi, consulenti del lavoro, dottori commercialisti e ragionieri, geometri, e infermieri, ingegneri e architetti, periti industriali. Tutti lo hanno portato al 4%, tranne geometri e periti industriali per i quali l’integrativo è del 5 per cento.

Anche se nei rispettivi regolamenti, periti industriali, biologi e infermieri, prevedono per la Pa un contributo integrativo da indicare in fattura del 2%, di fatto hanno avviato - subito dopo la sentenza del 3 luglio - l’iter per parificare il contributo del pubblico a quello dei privati, però ci vorrà un po’ di tempo perché, per modificare il regolamento prima serve una delibera dell’ente e poi l’approvazione dei ministeri vigilanti. Non c’è distinzione tra pubblico e privato per avvocati, consulenti del lavoro, dottori commercialisti e ragionieri, ingegneri e architetti. Vediamo ora nel dettaglio le varie professioni:

-periti industriali: nel 2017, il contributo soggettivo è aumentato dal 15 al 16%, un incremento programmato iniziato nel 2012 che arriverà al 18% nel 2019;

-ragionieri ed esperti contabili : per il 2017 l’aliquota minima del contributo soggettivo è del 14% e quella massi - ma è del 24%, nel 2018 saliranno la minima al 15% e la massima al 25%;

-biologi: per i redditi del 2017 il contributo soggettivo è aumentato dal 14 al 15 per cento. La scadenza dell’invio del modello dichiarativo, è stata posticipata al 30 settembre 2018 e la prima rata del saldo è il 15 ottobre 2018;

-veterinari: è previsto che dal 2010 il contributo soggettivo (pari al 13,5% per il 2016) aumenti di 0,5% ogni anno, fino ad arrivare al 19% nel 2025;

-infermieri con partita Iva: il contributo soggettivo è aumentato dal 15% al 16% per i redditi conseguiti dal 2017 in poi;

-medici e odontoiatri: il contributo sulla quota B del reddito professionale netto fino a 101.427 euro è aumentato nel 2017 dal 15,5 al 16,5 per cento;

-avvocati: il contributo soggettivo è aumentato dal 14% al 14,5% mentre dal 2021 aumenterà al 15%;

-attuari, chimici, dottori agronomi e dottori forestali e geologi: per gli iscritti all’Epap, dal 2018 cambia il calendario dei versamenti, previste tre rate: il 5 aprile 2018 per il primo acconto 2017, il 5 agosto 2018 per il secondo acconto 2017 e il 15 novembre 2018 per il saldo, ulteriormente frazionabili, a discrezione degli iscritti.

Un caso particolare è costituito dai dottori commercialisti, la prima cassa a passare al regime di calcolo contributivo: si prevede un’aliquota minima del contributivo soggettivo pari al 12% (invariata dal 2014) e la possibilità per il professionista di versare fino al 100% per aumentare l’importo dell’assegno.

Luca De Stefani/Elisa Oliva - 27 luglio 2018 – tratto da sole24ore.com

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