Semplificazioni attualmente sulla carta. Ma l'Agenzia delle entrate apre alla modificabilità da parte del contribuente, anche per il tramite dell'intermediario, delle comunicazioni precompilate Iva. Basta leggere fra le righe dell'articolo 17, dl 119 del 23 ottobre (decreto collegato fiscale alla Manovra 2019) per apprendere, però, come, di fatto, la tenuta dei registri vendite e acquisti sarà tutt'altro che superata. L'art.4, dlgs. 127/2015 (semplificazioni amministrative e contabili) è stato, infatti, aggiornato, ancorché con decorrenza dall'1/1/20, per tener conto che «l'invio telematico dei corrispettivi non sarà più opzionale ma obbligatorio e per meglio definire l'agevolazione consistente nell'abolizione dei registri Iva»; per i citati soggetti, ma non anche per le imprese in ordinaria, l'art 4 in commento attualmente dispone che, previa opzione per la trasmissione dei corrispettivi: (i) nell'ambito di un programma di assistenza online basato sui dati delle operazioni acquisiti con le fatture elettroniche e l'esterometro, il fisco metterà a disposizione i prospetti di liquidazione periodica Iva, la bozza della dichiarazione annuale Iva e redditi nonché i modelli F24 con gli importi da versare compensare o chiedere a rimborso e (ii) vien meno l'obbligo di tenuta dei registri Iva vendite (art. 23) e acquisti (art. 25) per coloro che si avvarranno degli elementi messi a disposizione dall'Agenzia. Con la modifica introdotta dal collegato fiscale viene ora precisato che detti registri devono comunque essere tenuti dalle imprese minori in semplificata che hanno adottato l'opzione, di cui al comma 5, art. 18, dpr 600/73 e, quindi, vale a dire, da tutti, considerato l'adozione massiva di tale opzione. Per chi non avesse optato per detta presunzione la novella precisa, tuttavia, che va comunque tenuto il registro di cui all'art18 co 2 ossia degli incassi e dei pagamenti; anche senza le precisazioni della novella lo stesso discorso vale, nella sostanza, per incassi e pagamenti o cronologico dei professionisti (art.19).Appare chiaro, quindi, come il legislatore, abbia già calato il sipario dal versante redditi e altrettanto (c'è da scommetterci) avverrà nei fatti dal versante Iva. Del resto, anche se non ci sono motivi per dubitare che le precompilate dal 2020 arriveranno, chiunque conosca minimamente la complessità del fisco italiano non può che essere scettico sull'attendibilità qualitativa di tali elaborazioni. In effetti, è lo stesso direttore delle Entrate, Maggiore che, nel corso della recente audizione ha confermato che le dichiarazioni precompilate potranno essere modificate anche per il tramite degli intermediari da parte dei contribuenti. Salvo ipotizzare un'improbabile previsione di rottamazione di tutte le norme fiscali (regimi di cassa, ammortamenti, ipotesi di indetraibilità oggettive o soggettive, regimi speciali e quant'altro) in cambio di un sistema dove Iva e reddito siano invece determinati esclusivamente come differenza fra le fatture attive e passive, va da sé che siamo in presenza di previsioni che sono destinate a rimanere mero esercizio di stile. Al di là dei vincoli comunitari per l'Iva, si tratta di ipotesi irrealizzabili anche dal punto di vista del gettito. Per inciso, gli unici contribuenti che, allo stato, potrebbero fare affidamento a elaborazioni attendibili effettuate dalle Entrate, attraverso la fatturazione elettronica, sono i forfettari che però (opportunamente) sono esonerati sia dall'Iva che dai nuovi obblighi di formato «XML». Insomma, nonostante gli aspetti positivi in termini di semplificazioni e razionalizzazioni che potranno essere pian piano perfezionati grazie alla fatturazione elettronica, non pare che tale innovazione possa però determinare, quantomeno nel breve e al netto dell'allargamento della platea dei forfetari, il «de profundis» della contabilità e del sistema basato sull'autoliquidazione delle imposte. Ancora non si vede un chiaro e organico disegno di riforma quanto, piuttosto, un processo simile a quello della nota tela di Penelope.

F.G.Poggiani/F.Zuech - 10 novembre 2018 – tratto da Italia Oggi

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