I commercialisti incrociano le braccia e proclamano lo sciopero di categoria. Il 30 settembre e il 1° ottobre i professionisti non invieranno i modelli F24 degli iscritti al Consiglio nazionale. Inoltre, dal 29 settembre al 7 ottobre non prenderanno parte alle udienze presso le commissioni tributarie provinciali e regionali. Il tutto, comunque, garantendo l'adempimento delle prestazioni indispensabili. La proclamazione dello sciopero è stata annunciata ieri dalle sigle sindacali Adc, Aidc, Anc, Andoc, Sic, Unagraco, Ungdcec, Unico e Fiddoc. Sono molteplici le motivazioni che hanno spinto i sindacati di categoria sciopero: innanzitutto , il caos creato con gli Indici sintetici di affidabilità (Isa) e il mancato accoglimento della richiesta di disapplicazione degli indici per il 2018, o della possibilità di renderli facoltativi almeno per l'anno in questione; il «perdurare della costante situazione di caos», con la riorganizzazione degli adempimenti da tempo promessa da tutte le forze politiche ma che ancora resta lettera morta. Inoltre, le sigle denunciano il mancato rispetto dello Statuto del contribuente: «Reso ancora più evidente dall'emanazione del decreto, pubblicato lo scorso 17 agosto in G.U., con il quale sono state introdotte ulteriori modifiche al sistema di calcolo degli Isa in plateale violazione del termine di sessanta giorni previsto dallo Statuto stesso».

Per manifestare la loro protesta, i commercialisti non invieranno i modelli F24 degli iscritti al Consiglio nazionale tra il 30 settembre e il 1° ottobre e non parteciperanno a nessuna udienza nelle varie commissioni tributarie durante la prima settimana di ottobre (precisamente dal 29 settembre al 7 ottobre). Durante il periodo di astensione, verranno comunque garantite le prestazioni indispensabili, tra cui almeno due ore di apertura dello studio ogni giorno, la predisposizione delle buste paga, predisposizione e consegna del modello F24 quando richiesto ai fini del pagamento in forma autonoma, così come delle dichiarazioni fiscali, l'assistenza in caso di accesso di organi ispettivi per accertamenti fiscali e il rispetto dei termini perentori prescritti nell'ambito dei procedimenti tributari o civili in merito all'attività di attestazione o in presenza di concordati. Sono quattro le richieste avanzate dalla categoria che dovranno essere affrontate al più presto dal nuovo ministro dell'economia Roberto Gualtieri: la disapplicazione, o l'applicazione facoltativa, degli Isa per il 2018; la sistematica consultazione della categoria (sigle e Cndcec) nella formulazione di norme; una concreta semplificazione e riduzione degli adempimenti; la rigida osservanza delle disposizioni dello Statuto del contribuente.

Quello del 30 settembre sarà il primo sciopero posto in essere dai commercialisti in Italia, ma non il primo proclamato dalle associazioni di rappresentanza. Infatti, la prima proclamazione è datata fine 2016, ma la manifestazione prevista per il periodo tra il 27 febbraio e il 7 marzo 2017 non andò in scena a causa delle aperture dell'allora governo Gentiloni, in particolare del viceministro dell'economia Luigi Casero; aperture poi disattese. La possibilità di indire uno sciopero per la categoria è prevista dal 2014, anno in cui è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Codice di autoregolamentazione delle astensioni collettive della professione (Gazzetta Ufficiale n. 185 dell'11 agosto 2014).

Michele Damiani - 17 settembre 2018 – tratto da Italia Oggi

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