A partire da settembre 2016 dovrà essere completato lo switch off dalla carta al digitale per tutti i documenti della pubblica amministrazione. La meta è indicata dal Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 13 novembre scorso e pubblicato ieri sulla Gazzetta ufficiale che entra in vigore tra trenta giorni. Il conto alla rovescia comincerà, dunque, dall'11 febbraio, data dalla quale le amministrazioni pubbliche (ma il Dpcm comprende pure le società partecipate, come pure i privati, senza sottoporre questi ultimi ad alcun obbligo di adeguamento) avranno tempo diciotto mesi per adeguarsi alla normativa.

In questo arco di tempo la Pa dovrà accordare «i propri sistemi di gestione informatica dei documenti» alle regole tecniche, come recita il decreto, «in materia di formazione, trasmissione, copia, duplicazione, riproduzione e validazione temporale dei documenti informatici nonché di formazione e conservazione dei documenti informatici», ai sensi degli articoli 20, 22, 23-bis, 23- ter, 40, comma 1, 41, e 71, comma 1, del Codice dell'amministrazione digitale di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005.

Un percorso che parte da lontano, perché il Codice dell'amministrazione digitale (Cad) è entrato in vigore ben nove anni fa. Il decreto pubblicato ieri «fa fare un passo avanti alla Pubblica amministrazione: è l'ultimo tassello per l'applicazione del Codice dell'amministrazione digitale», ha commentato Maria Pia Giovannini, responsabile dell'area Pa dell'Agenzia per l'Italia digitale (Agid).

Le regole contenute nel Dpcm stabiliscono come deve essere “confezionato” un documento informatico per avere valore legale a tutti gli effetti. «Fino al completamento di tale processo - si legge nelle disposizioni finali del provvedimento - possono essere applicate le previgenti regole tecniche».

Il Codice dell'amministrazione digitale già stabiliva che «gli atti formati dalle pubbliche amministrazioni con strumenti informatici, nonché i dati e i documenti informatici detenuti dalle stesse, costituiscono informazione primaria ed originale da cui è possibile effettuare, su diversi o identici tipi di supporto, duplicazioni e copie per gli usi consentiti dalla legge». «Non è principio facile da far valere – ha aggiunto Maria Pia Giovannini - anche se sono previste già sanzioni per i dirigenti che non si adeguino. Però oggi ci sono diversi modi per formare e trattare un documento informatico ed ecco perché sono previsti 18 mesi di transizione prima di passare al completo adeguamento».

A questo punto, per la dirigente dell'Agid «ci sono tutti gli strumenti affinché la Pa, ma anche i privati, possano superare l'utilizzo della carta e la diffusione del documento digitale diventi una realtà per il Paese». Lo switch off dalla carta al formato elettronico sarà completo quando anche i privati si adegueranno. Per la Pa ci sono termini precisi, mentre per tutti gli altri resta, ha rilevato la Giovannini, «un auspicio».

 Adriano Moraglio - 13 gennaio 2015 – tratto da sole24ore.com

 

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