Il 31 marzo scatta la seconda fase di attuazione dell'obbligo di utilizzo della fattura elettronica nei confronti della pubblica amministrazione. Questa seconda fase coinvolge tutti gli organismi di diritto pubblico, gli enti territoriali locali (Comuni, Province e Regioni) e tutte le strutture che concorrono al bilancio consolidato dello Stato.

L'operazione costituisce il volano per introdurre la fattura elettronica anche nei rapporti tra operatori economici, perché è l'occasione (da non perdere) per una riorganizzazione digitale della Pa con possibile recupero di efficienza e di riduzione dei costi; per i fornitori determina, in modo del tutto automatico, il diretto e tempestivo monitoraggio dei propri crediti e impone agli enti pubblici di velocizzare i tempi di pagamento; infine costituisce lo strumento per controllare la formazione della spesa pubblica.

Il nuovo obbligo impone ai fornitori e alla Pa non solo l'emissione di fatture elettroniche, ma anche la loro formazione, trasmissione e conservazione secondo regole molto precise e rigide, anche alla luce delle nuove regole tecniche che tra il 2013 e il 2014 sono divenute operative e che trasformano integralmente il modo di gestire i documenti informatici. Infine per le Pa entrano per la prima volta in gioco i conservatori accreditati da Agid.

10 marzo 2015 – tratto da sole24ore.com

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12 marzo 2015                                                Studio Bambagioni

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