«Utilizzo», «Giorni di possesso», «Canone di locazione». Chi sta affrontando in questi giorni la dichiarazione dei redditi precompilata farà bene a prestare particolare attenzione a queste caselle, che compaiono nel modello 730 ai quadri A e B, dedicati ai terreni e ai fabbricati. Secondo le segnalazioni arrivate dai lettori, dai Caf e dai professionisti, il capitolo degli immobili è uno dei più delicati da gestire nell'ambito della dichiarazione online, non solo e non tanto per i casi di imprecisioni dei dati inseriti nella precompilata, ma anche e soprattutto per l'oggettiva complessità delle informazioni che il contribuente deve inserire e per le molteplici variabili da tenere in considerazione.

Anche se è ancora presto per tracciare un bilancio definitivo di questo primo anno di sperimentazione, l'Associazione geometri fiscalisti (Agefis) ha condotto nei giorni scorsi un'indagine tra i propri associati e tra i professionisti attivi nel campo della fiscalità immobiliare per valutare “dove” sono stati riscontrati gli errori più frequenti. Il risultato – riportato nel grafico – non ha un valore statistico generale, ma può rappresentare una di check list utile a prevenire gli errori più comuni per i contribuenti che invieranno la precompilata con il fai-da-te entro il prossimo 7 luglio, salvo proroghe.

Diciamo subito che i più a rischio sono i contribuenti che hanno visto cambiare le condizioni oggettive o soggettive nel 2014. Si pensi ad esempio a: modifiche nell'utilizzo dell'immobile, perché la casa è stata affittata, prestata a un parente, lasciata sfitta; modifiche nel possesso, perché l'immobile è stato acquistato o venduto, o magari perché è cambiata la quota di proprietà in seguito a una successione; modifiche nel canone di locazione, perché l'importo è stato rinegoziato al ribasso o (caso raro di questi tempi) aumentato; opzioni per la cedolare secca effettuate per la prima volta nel 2014 a locazione già in corso, sfruttando la finestra dei 30 giorni dall'inizio della nuova annualità contrattuale; variazioni della rendita catastale in seguito a ristrutturazioni che hanno variato la consistenza catastale, fusioni o frazionamenti immobiliari.

Se la situazione del contribuente non è cambiata nel corso del 2014, le cose sono relativamente più semplici, perché si può prendere come riferimento il 730 presentanto l'anno scorso e usarlo per riscontrare ed eventualmente intregrare o correggere i dati del precompilato. Una modifica che non dipende dal contribuente – e rispetto alla quale va fatta una verifica specifica – è quella dei terreni agricoli che hanno perso l'esenzione Imu nel 2014: in questo caso, se fosse presente, va tolto il segno di spunta dalla casella «Imu non dovuta» nel quadro A. La correzione è rilevante, perché l'imposta sui terreni sostituisce l'Irpef sul reddito agrario dei terreni non locati.
Un altro fronte da controllare con cura è quello dei contratti di locazione. Qui ci sono alcuni dati che il fisco per definizione non può conoscere, come eventuali affitti brevi, inferiori a 30 giorni, che il contibuente ha legittimamente evitato di registrare. O come eventuali aggiornamenti del canone all'indice Istat. In un caso e nell'altro, il modello va integrato.

Cristiano Dell'Oste - 29 giugno 2015 – tratto da sole24ore.com

 

 

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