Nel 2014 l'Inps ha accumulato un disavanzo complessivo di 7 miliardi, con un miglioramento di quasi due miliardi rispetto a quello del 2013 (-8,7 miliardi).
E' quanto emerge dal Bilancio sociale 2014 dell'Istituto nazionale di previdenza sociale che evidenzia inoltre come la spesa per gli ammortizzatori sociali sia in calo: nel 2014 l'ammontare è stato di 22,6 miliardi (22,593 miliardi per la precisione), dei quali 14,4 per prestazioni e circa 8,2 di contributi figurativi, con una contrazione rispetto al 2013 di 998 milioni di euro, pari al 4,2%. Tale spesa complessiva è finanziata per il 40,5% dai contributi a carico di imprese e lavoratori e per il 59,5% dagli oneri a carico dello Stato. Al netto dei contributi figurativi, la spesa è risultata pari a 14,407 miliardi, con una diminuzione dello 0,7% rispetto al 2013.
Nel 2014 il flusso annuo dei lavoratori beneficiari della Cig è stato di circa 1,2 milioni, contro l'1,5 milioni di unità rilevate nel 2013, con una riduzione del 21,3%, mentre la mobilità ne ha interessati oltre 350.000 e le indennità di disoccupazione nel loro complesso circa 3 milioni. 
Boom delle pensioni di anzianità. Nei primi 9 mesi del 2015 sono state liquidate in tutto 109.796 pensioni anticipate rispetto all'età di vecchiaia a fronte delle 84.840 dell'intero 2014. La percentuale sulle pensioni liquidate nel lavoro dipendente (73.508 contro 57.2013) è passata dal 22% al 34% del totale. Il dato è legato alla stretta sull'anzianità della legge Fornero.                 
Lavoratori della p.a. sotto quota 3 milioni. Calano sotto la soglia dei tre milioni i dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato. I lavoratori pubblici iscritti nel 2014 sono, infatti, 2.953.021, con una flessione del 2,8% rispetto al 2013. "Le politiche di blocco del turnover nel pubblico impiego - si legge nel rapporto - hanno avuto riflessi sulla platea di iscritti, peggiorando sia il rapporto tra iscritti e pensionati della gestione pubblica sia il rapporto tra entrate per contributi versati e uscite per prestazioni pensionistiche".
Quasi un pensionato su due sotto i 1.000 euro. Quasi un pensionato su due, il 42,5%, pari a circa 6,5 milioni di individui, percepisce un reddito pensionistico medio inferiore a mille euro mensili. Tra questi, il 12,1% non arriva a 500 euro al mese. Nelle classi di importo più basse sono concentrate le donne. Dei 15,5 milioni di pensionati, 724 mila, pari al 4,6%, hanno un reddito medio mensile di oltre 4.300 euro. Il reddito medio più basso è dei pensionati residenti al Sud: 1.151 euro; al Nord si sale a 1.396 euro, mentre al Centro si arriva a 1.418 euro.
Boeri: speriamo in un intervento definitivo sulle pensioni nel 2016. "Speriamo che nel 2016 ci sia un intervento strutturale, organico e definitivo" sulla riforma delle pensioni. Lo ha affermato il presidente dell'Inps, Tito Boeri, durante la presentazione del bilancio sociale dell'Istituto previdenziale parlando della mancata introduzione della flessibilità in uscita nella legge di stabilità del governo Renzi. "Un'uscita flessibile verso il pensionamento - ha spiegato il presidente - avrebbe permesso una gestione più facile del personale del pubblico impiego. Purtroppo sono interventi selettivi solo del settore privato, questo rende più difficile la rotazione del personale della p.a.", ha sottolineato Boeri, precisando che nella legge di stabilità, sul capitolo pensioni "ci sono interventi selettivi e parziali che creano asimmetrie di trattamento". "Presumibilmente l'assenza di correttivi darà la spinta a ulteriori misure parziali che sono, tra l'altro, molo costose".

20 ottobre 2015 – tratto da Italia Oggi

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