Lavoro ancora in stallo a gennaio. Secondo la stima preliminare diffusa oggi dall’Istat nel primo mese dell’anno il tasso di disoccupazione è stato pari all'11,5%, pressoché invariato dal mese di agosto, sintesi di un calo tra gli uomini e di una crescita tra le donne. Il livello era di 11,6% a dicembre 2015, ma la variazione percentuale sul mese non raggiunge il decimo di punto. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni (la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi, occupati e disoccupati), è risultato invece pari al 39,3%, +0,7 % sul mese precedente.

L'aumento del tasso di disoccupazione giovanile - spiegano all'Istat - si deve a una diminuzione degli occupati di 31mila unità nel mese, mentre i disoccupati sono scesi di 4mila unità. Su base tendenziale, la variazione degli occupati è di -7mila e quella dei disoccupati di -47mila: il tasso di disoccupazione mostra un calo di 1,6 punti. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi (nè occupati nè in cerca di lavoro perchè impegnati negli studi). L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10% (un giovane su 10 è disoccupato), in lieve calo (-0,1 punti) rispetto a dicembre. Nell'ultimo mese cala tra i 15-24enni il tasso di occupazione (-0,5 punti) e cresce il tasso di inattività (+0,6 punti).

In diminuzione dipendenti a termine
Dopo il calo di dicembre (-0,2%), a gennaio 2016 gli occupati sono aumentati di 70mila unità (+0,3%) su dicembre 2015 tornando al livello di agosto e di 299.000 su gennaio 2015 (+1,3%). La crescita è determinata dai dipendenti permanenti (+99mila su dicembre, +426mila sul 2015) mentre calano quelli a termine (-28mila) e gli indipendenti restano sostanzialmente stabili. L'aumento di occupati riguarda sia gli uomini sia le donne. Il tasso di occupazione, pari al 56,8%, cresce di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente: si tratta del livello piu' alto da maggio 2012. Gennaio 2016 è anche il primo mese di sgravio contributivo al 40% dopo un anno di esonero totale per le assunzioni stabili.

Meno inattivi (-63mila) soprattutto tra i 50-64enni
A gennaio, la stima degli inattivi (le persone che pur essendo in età da lavoro restano fuori dal mercato) tra i 15 e i 64 anni indicata dall'istituto di statistica è diminuita dell’1,7% su gennaio 2015 e dello 0,4% (-63 mila) su dicembre 2015 con un calo di 209mila unità.Il calo è determinato dalla componente femminile e riguarda soprattutto le persone tra i 50 e i 64 anni. Il tasso di inattività scende al 35,7% (-0,1 punti percentuali). Il dato è dovuto con tutta probabilità prevalentemente alla stretta sull'accesso verso la pensione che tiene le persone più a lungo al lavoro ma è probabile che ci sia anche una riduzione dello scoraggiamento ovvero della sfiducia sulla possibilità di trovare un posto di lavoro.

Furlan (Cisl): politica monetaria non basta, cambiare Fiscal compact
Per Anna Maria Furlan segretario generale della Cisl, intervistata questa mattina su La7, gli ultimi dati Istat sull’occupazione dimostrano che la politica monetaria «non basta» e che ci vuole «un cambiamento radicale di politica economica dell'Italia e dell'Europa», con un cambiamento del Fiscal compact che «ha fatto il suo tempo». In questo quadro, Furlan ha lodato l'azione del governo «per cambiare la politica economica in Europa: serve a poco negoziare qualche millesimo di flessibilità, bisogna cambiare lo statuto economico dell'Europa perchè il fiscal compact con la deflazione crea la situazione che vediamo». Poi c'è «il tema degli investimenti», ha aggiunto Furlan e il tema fiscale per aiutare i consumi a ripartire con buste paga e pensioni più pesanti.

Claudio Tucci - 1 marzo 2016 – tratto da sole24ore.com

Altre notizie