Le società multinazionali attive nell'Ue e con un giro di affari di almeno 750 milioni avranno l'obbligo di dichiarare dove generano i profitti e dove pagano le tasse sul territorio del Vecchio continente, pubblicando i dati essenziali secondo una ripartizione paese per paese, indipendentemente da dove hanno la sede principale (anche fuori Ue). Le stesse regole si applicherebbero alle multinazionali non europee che hanno attività in Europa. Inoltre, tali dati dovranno essere pubblicati anche per quanto riguarda le sedi o le attività nei cosiddetti paradisi fiscali.
E' la proposta di direttiva lanciata oggi dalla Commissione Ue, che passa ora al Parlamento europeo e al Consiglio dell'Ue. La Commissione ne auspica un'adozione rapida nel quadro della procedura di codecisione. Una volta adottata, la nuova direttiva dovrà essere recepita da tutti gli Stati membri nelle rispettive legislazioni nazionali entro un anno dalla sua entrata in vigore.
I dati, che dovranno essere resi noti "country by country", riguardano profitti, fatturato, imposte pagate e da pagare, numero di dipendenti e tipo di attività esercitata in ogni paese da circa 6.000 aziende, incluse 1.000 asiatiche, pari al 90% di tutte le società globali di queste dimesioni.  
"Questa proposta di aumento della trasparenza renderà le imprese più responsabili", ha detto il commissario per i servizi finanziari, Jonathan Hill. L'obiettivo è cominciare dall'esercizio finanziario 2018. Secondo le stime dell'esecutivo di Bruxelles, in tutta l'Unione i mancati guadagni dovuti all'elusione fiscale ammontano a una cifra compresa fra i 50 e i 70 miliardi.

12/04/2016 – tratto da Italia Oggi

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