Molta calma e una buona dose di pazienza. L’anno fiscale è appena cominciato ma si preannuncia davvero molto lungo e intenso per i prossimi dieci mesi. Il primo test probante è già per martedì prossimo con la dichiarazione Iva, che si “stacca” da quella dei redditi. Sarà una chiamata per circa 5,3 milioni di imprese e professionisti, che pure avevano fatto un pensierino alla proroga come dimostra il tam tam sviluppatosi sui social network negli ultimi giorni. Del resto, sull’Iva non è proprio nuovo l’appuntamento di fine febbraio visto che fino al 2016 entro questa data si trasmettevano le comunicazioni annuali (da quest’anno, invece, superate dalla dichiarazione).

Il problema è che la tanta agognata semplificazione del calendario fiscale in realtà poi si è tradotta in un nulla di fatto. È l’effetto congiunto di nuovi adempimenti che si sommano (e non eliminano quelli già esistenti) a destare una situazione di scoramento sia nei contribuenti che nei professionisti che li assistono. Tanto è vero che proprio sulla dichiarazione Iva anticipata stava per materializzarsi il primo sciopero dei commercialisti, poi revocato. Per non parlare poi del “pasticciaccio brutto” degli Intrastat prima eliminati, poi reintrodotti (la scadenza è domani) e su cui si è reso necessario un comunicato-legge per capire la portata dell’adempimento visto che la conversione del Milleproroghe non è ancora entrata in vigore.

Qualche esempio di sovrapposizione? Martedì scade anche il termine per il conguaglio 2016 che i sostituti d’imposta devono effettuare tra le ritenute operate e l’imposta dovuta sui redditi di lavoro dipendente. E ancora ci sono tutte le comunicazioni di dati relativi ai bonus sulla precompilata da effettuare entro la stessa data (si veda l’articolo in basso). Una settimana intensa dato che entro il 7 marzo andranno trasmesse alle Entrate le informazioni sui redditi contenute nelle certificazioni uniche. Con il paradosso che il Fisco li conoscerà 24 giorni prima di lavoratori e pensionati, nei confronti dei quali il termine di consegna è stato posticipato al 31 marzo.

Estate tranquilla? Non sembrerebbe. La novità 2017 è che non ci sarà più il tax day. Il 16 giugno sarà dedicato al versamento dell’Imu e della Tasi. Mentre il 30 giugno sarà la volta di pagare il saldo 2016 della dichiarazione dei redditi 2017 e Irap 2017 per anno 2016 e la prima rata dell’acconto 2017. Il 30 giugno scade anche il termine per il versamento del saldo 2016 e del primo acconto 2017 della cedolare secca, su cui però è stato necessario un chiarimento a Telefisco considerata la lacuna normativa.

Il vero ingorgo rischia di essere quello di luglio. Con la presentazione del 730 da parte di Caf o altri intermediari (7 o 24 luglio, in base allo stato di avanzamento delle pratiche); la presentazione della precompilata da parte dei contribuenti che scelgono la modalità «fai-da-te» (24 luglio); il versamento con maggiorazione dello 0,4% delle imposte relative alla dichiarazione dei redditi 2017 e Irap 2017 per anno 2016 persone fisiche, società di persone e soggetti Ires (31 luglio); il versamento con maggiorazione dello 04% dei contributi Inps per artigiani e commercianti (31 luglio); la presentazione del 770 (31 luglio) sempre che non intervenga l’ormai tradizionale differimento a settembre.

Francesca Milano/Giovanni Parente - 26 febbraio 2017 – tratto da sole24ore.com

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