Niente da fare. La proroga della rottamazione delle cartelle di Equitalia non passerà dall’emendamento parlamentare al decreto terremoto. La commissione Ambiente della Camera ha, infatti, respinto il ricorso contro l’inammissibilità dichiarata mercoledì all’emendamento presentato da Federico Ginato (Pd). A questo punto si apre la strada del decreto legge, come già fatto trapelare da ambienti governativi. Decreto legge che interverrà su due fronti. Da un lato la riscrittura del calendario della rottamazione delle cartelle, che alla scorsa settimana aveva fatto registrare già 400mila adesioni. Dall’altro, con l’intervento - molto atteso da imprese e professionisti - sul Durc, il documento che attesta la regolarità contributiva.

Il nuovo calendario 
La rottamazione delle cartelle, quindi, concederà un po’ più di fiato ai contribuenti e allo stesso concessionario della riscossione. Si profila con l’intervento del decreto uno slittamento dei termini dal 31 marzo al 21 aprile per la presentazione delle istanze. Allo stesso tempo, slitterà in avanti dal 31 maggio al 15 giugno la scadenza entro la quale Equitalia sarà chiamata a rispondere e a presentare il “conto” degli importi dovuti per la rottamazione. Una scadenza che arriverà quindi proprio a ridosso della chiusura di Equitalia, destinata a trasformarsi nell’ente pubblico economico «Agenzia delle entrate - Riscossione» a partire dal 1° luglio 2017. E proprio in quest’ottica all’ad e presidente, Ernesto Maria Ruffini, sono stati conferiti i poteri di commissario staordinario per scrivere lo Statuto e gestire la fase di transizione.

Durc subito dopo la domanda 
L’altro intervento destinato a materializzarsi nel decreto d’urgenza è quello sul Durc per andare incontro alla richiesta votata all'unanimità giovedì scorso dalla commissione Finanze della Camera: anticipare il rilascio dell'attestazione di regolarità contributiva. Un problema che sta toccando da vicino le imprese, in quanto a seguito dell'interpretazione fornita dall'Inps il via libera al Durc arriverebbe solo dopo il pagamento della prima o unica rata della rottamazione. Questo impedisce, ad esempio, la possibilità di prender parte a gare d'appalto pubbliche. Pertanto l'intervento dell'Esecutivo - sempre qualora non riesca a passare la proposta parlamentare - consentirebbe un documento temporaneo subito dopo la presentazione della domanda di adesione alla definizione agevolata.

M. Mobili/G. Parente - 15 marzo 2017 – tratto da sole24ore.com

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