Soluzione fiscale cercasi per far pagare le imposte a AirBnb, Booking etc. «Non esiste una tassa AirBnb, ma una proposta coerente rispetto alla trasformazione in corso del mercato fatta dal governo sulla quale il Parlamento farà le proprie valutazioni». Così, in una nota, Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, al termine delle audizioni dei rappresentanti di Booking.com, Airbnb e Property Manager e Fiap sulla manovra, in corso a Montecitorio. "Stiamo cercando di regolare un fenomeno complesso e incredibilmente fuori controllo e stiamo lavorando, anche attraverso un allungamento delle audizioni, proprio per consentire a tutti gli attori coinvolti di dire la propria. Quello che non si può più consentire è l'evasione totale che avviene da tempo in questo settore", ha aggiunto Boccia sottolineando che "Airbnb o Booking se pagano le imposte come fanno tutti i contribuenti sono le benvenute nel mercato italiano, come tutte le grandi imprese multinazionali". "Confido nella capacità del Parlamento italiano di fare la sintesi migliore nei prossimi giorni. Un solo consiglio ai rappresentanti delle multinazionali: fidatevi delle autorità italiane e del Parlamento. Venir qui a dirci unilateralmente che non ci sono stabili organizzazioni in Italia lo trovo un pò arrogante, anche perchè vederlo poi ammettere anni dopo e solo a causa delle inchieste non mi sembra il massimo. Costruiremo norme che rispettano le regole internazionali vigenti che abbiamo comunque il dovere di cambiare in Europa e nel resto del mondo. E su questo il passaggio del G7 economia di Bari potrà aiutarci molto", ha concluso. Polemiche le società internet coinvolte: la cosiddetta 'tassa Airbnb', e strumenti fiscali simili sono "non attuabili e non proporzionali allo scopo". Lo ha detto Booking.com nel corso di un'audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. "Gli obiettivi di lotta all'evasione sono condivisibili, ma quanto previsto non è concretamente attuabile", spiegano i rappresentanti del portale online. In primo luogo perché "nella maggior parte dei casi gli ospiti pagano direttamente il proprietario dell'appartamento" e Booking non fa altro che "fornire una piattaforma che consente di metterli in contatto". In secondo luogo perché la possibilità di agire come sostituto di imposta presuppone che il portale abbia in Italia una stabile organizzazione, cosa che Booking non ha. "I 250 dipendenti svolgono compiti limitati e ben precisi", hanno sottolineato dalla società. "Sono i proprietari i responsabili della regolarità degli alloggi e degli obblighi fiscali", hanno concluso.

09 maggio 2017 – tratto da Italia Oggi

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