Per molti sarà una gara contro il tempo. Già, perché ora che sono stati pubblicati i Dpcm di attuazione dell'Ape sociale e dello “sconto” per i precoci, chi vuole richiedere queste prestazioni deve recuperare la documentazione necessaria, leggere la relativa circolare Inps e fare domanda all’istituto di previdenza esclusivamente in via telematica (come ricordato dall’Inps stesso nel messaggio 2464/2017 di due giorni fa, in cui, in buona sostanza, si dice alle sedi territoriali di non accettare alcuna domanda finché non vengono fornite le istruzioni).
Scadenze e risposte
La procedura è simile nelle due situazioni, così come sono analoghe i termini temporali da rispettare.In entrambi i casi la prima scadenza utile per presentare le richieste è il 15 luglio 2017. Entro questa data si chiede la certificazione di avere i requisiti (o di maturarli entro fine anno) per l’Ape sociale o per essere considerato un precoce. Chi rispetta questo termine riceverà una delle seguenti risposte entro il 15 ottobre:
-se tutto è ok viene comunicata all’interessato la prima decorrenza utile (anche retroattiva dal 1° maggio se del caso);
-se i fondi sono insufficienti, viene confermata l’Ape, ma posticipata la decorrenza (quest’ultima sarà confermata successivamente);
-se non ci sono i requisiti, la domanda viene rifiutata.
La domanda di “controllo preventivo” dei requisiti può anche essere inviata dopo il 15 luglio, purché entro il 30 novembre. Tuttavia, in questo caso, la richiesta verrà presa in considerazione solo a fronte di risorse residue.
Entro metà luglio è necessario dimostrare di avere il requisito specifico per la categoria di beneficiari a cui si appartiene: stato di disoccupazione; assistere da almeno sei mesi un familiare convivente con handicap grave (legge 104/1992); invalidità civile almeno al 74 per cento.
Gli altri requisiti possono essere maturati successivamente, ma comunque entro l’anno di riferimento. Si tratta dei 63 anni, del minimo contributivo (30 o 36 anni), dei tre mesi dal termine del sussidio di disoccupazione (per i disoccupati), di aver svolto per almeno sei anni negli ultimi sette un’attività gravosa o, per i precoci, aver raggiunto i minimi per essere considerati “usurati”.
La domanda vera e propria di Ape o di pensione si farà in prossimità del raggiungimento effettivo di tutti i requisiti.
Per chi li maturerà nel 2018 le date di riferimento sono il 31 marzo per la prima ondata di domande (1° marzo per i precoci), il 30 giugno per le risposte e il 30 novembre per le seconde domande.
Decorrenza posticipabile
Le richieste arrivate entro il 15 luglio, a fronte dei requisiti necessari, saranno tutte accolte, ma la decorrenza dell’Ape o della pensione “precoce” potrebbe essere posticipata se i fondi risulteranno non sufficienti a coprire la relativa spesa. In questo caso le domande saranno ordinate secondo il criterio del raggiungimento del requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia o di quello contributivo (41 anni) per i precoci. Quindi se le risorse non saranno sufficienti saranno tutelati prima i lavoratori prossimi alla pensione. A parità di raggiungimento dei requisiti farà testo la data di presentazione della domanda. Dunque la rapidità di azione potrebbe avere un suo peso.
Tuttavia, poiché i Dpcm sono stati pubblicati in ritardo e le circolari dell’Inps dovrebbero essere diffuse in tempi molto brevi, gli interessati hanno poco tempo per preparare la documentazione necessaria, che può essere complicata da reperire per chi rientra nella categoria dei lavoratori addetti a mansioni particolarmente pesanti (svolte per almeno sei anni negli ultimi sette e con almeno 36 anni di contributi) e per chi è ha svolto attività “usuranti” (questi ultimi oltre che con la relativa disciplina possono andare in pensione anche come precoci, se hanno entrambi i requisiti). Ci potrebbe, quindi, essere un handicap informativo tra chi, pur senza l’ufficialità dei testi, ha iniziato a preparare la documentazione e chi, invece, si muoverà solo ora.
Matteo Prioschi - 22 giugno 2017 – tratto da sole24ore.com