Il Parlamento indica al Governo la rotta per semplificare lo spesometro. Ritorno all’unico invio annuale per il 2018. Invio cumulativo per i dati delle mini-fatture sotto i 300 euro. Niente sanzioni per la campagna di invii dei dati delle fatture emesse e ricevute nel primo semestre 2017. Investire in modo adeguato sul fisco digitale attraverso l’e-fattura e i pagamenti telematici, garantendo i diritti dei cittadini e la loro privacy. Sono i quattro paletti fissati dalla risoluzione di maggioranza (primo firmatario e relatore Giovanni Sanga del Pd) approvata ieri dalla commissione Finanze di Montecitorio. Documento che ha ottenuto il parere favorevole del viceministro all’Economia, Luigi Casero, che già nelle scorse settimane aveva aperto all’esigenza di rendere più semplice l’adempimento. Segnali che lasciano ipotizzare l’arrivo di correttivi forse già nella conversione del decreto fiscale collegato alla manovra (Dl 148/2017), ora all’esame del Senato.

Facciamo un passo indietro. Proprio partendo dai problemi che hanno caratterizzato il primo invio relativo al semestre 2017 dei dati di fatture emesse e ricevute (oggetto di ben sei proroghe), i parlamentari di maggioranza hanno chiesto di «rivedere completamente il meccanismo di trasmissione delle informazioni», come sottolineato dal presidente della commissione Finanze delal Camera, Maurizio Bernardo (Pd), anche con uno «sfoltimento» dei dati da trasmettere. Revisione a cui anche il direttore dell’agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, si è detto favorevole ipotizzando una «cadenza semestrale» a regime (infatti, solo per il 2017 era stata prevista una deroga al principio della trimestralità). La commissione Finanze fa un passo in più che in realtà sarebbe un ritorno al passato in modo da consentire «un unico invio annuale per lo spesometro».

Ma non solo. «Con questa risoluzione - spiega Giovanni Sanga - chiediamo al Governo anche di ripristinare la norma che consentiva di accorpare fatture di piccoli importi con invii cumulativi al di sotto di una determinata soglia, andando incontro in questo modo a chi contesta l’onerosità dell’invio della singola fattura di piccolo importo. Viene inoltre chiesto di prevedere una norma ad hoc che escluda la discrezionalità degli uffici nella disapplicazione delle sanzioni, prevedendo in modo esplicito la non applicabilità delle sanzioni, in considerazione della possibilità di errori formali legati a questo primo invio delle comunicazioni».

L’altro passo avanti chiesto al Governo riguarda la diffusione dell’e-fattura, che con l’obbligatorietà potrebbe addirittura portare a una soppressione dello spesometro per il 2019 (come anticipato ieri su queste colonne), ma con adeguate garanzie. Per questo ieri la commissione Finanze ha ascoltato i vertici di Sogei in modo da capire se i problemi tecnici verificatisi possano avere o meno ripercussioni anche in futuro. Dal canto suo, l’ad di Sogei Andrea Quacivi ha tenuto a precisare che il partner tecnologico del Fisco non ha «registrato incidenti riguardanti la perdita o diffusione impropria di dati personali, trattati per proprio conto o per quello dei clienti». E ha aggiunto che «la società, nel corso degli anni, ha messo in atto, o ha preso in carico, tutte le misure di sicurezza, comprese quelle indicate nei piani di rientro dei titolari delle banche dati, così come previsto nelle prescrizioni del Garante per la Privacy e in conformità al Codice in materia di protezione dei dati personali».

Marco Mobili/Giovanni Parente - 19 ottobre 2017 – tratto da sole24ore.com

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