A pochi giorni dalla scadenza per lo Spesometro l’Associazione nazionale commercialisti (Anc) prende carta e penna e scrive al vice ministro dell’Economia Luigi Casero e al direttore dell’agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini per segnalare alcune criticità e chiedere un intervento sulle sanzioni. Ma dall’Agenzia sottolineano, tra l’altro, che nessun controllo bloccante è previsto sui campi anagrafici ulteriori al dato della partita Iva e del codice fiscale, compreso quello della Provincia e che il software di controllo è disponibile dalla metà del mese di febbraio sul sito delle Entrate.

La lettera di Anc

L’Anc rileva «lo scarto di invii da parte del sistema per controlli che interessano dati del tutto irrilevanti ai fini dell'adempimento, quale ad esempio il dato della Provincia»,«il rilascio di notifiche prive di chiarezza» e la «mancanza di un software di controllo atto a verificare, già a monte, la correttezza dei dati».

Date queste premesse l’Anc ritiene auspicabile un intervento da parte dell’Amministrazione Finanziaria finalizzato a limitare i controlli ai soli dati essenziali (Partita Iva e Codice Fiscale), e chiede «la realizzazione del software di controllo unitamente al rilascio di ricevute complete e chiare rispetto alla trasmissione eseguita, così come avviene per l’invio telematico di altri dichiarativi».

In merito alle sanzioni l’Anc chiede di distinguere la sanzione per omissione da quella per errore, e di introdurre, nel caso di errore nelle liquidazioni, di una soglia di non punibilità qualora il valore economico dell’errore sia limitato, e dei parametri percentuali diversificati in relazione all’entità dell’errore oltre la soglia minima.

La risposta dell’agenzia delle Entrate

Dall’Agenzia, però, ricordano che per risolvere le criticità dello spesometro, prima della pubblicazione del provvedimento di semplificazione del 5 febbraio, ha avviato una fase di dialogo con le rappresentanze della categoria che ha portato:

  • alla non obbligatorietà e all'assenza di controlli sulle informazioni anagrafiche ulteriori rispetto al numero di partita Iva o codice fiscale delle controparti;
  • alla possibilità di trasmettere un documento riepilogativo per le fatture sotto i 300 euro;
  • alla facoltà di trasmettere i dati con cadenza semestrale.

E per andare incontro alle richieste dei professionisti  l’Agenzia ricorda, inoltre, di aver messo a disposizione due pacchetti software gratuiti, uno per il controllo dei file delle comunicazioni e uno per la loro compilazione; oltre ad aver consentito il “riuso” dei software di mercato già acquistati per la predisposizione della comunicazione secondo il previgente tracciato valido per il primo semestre 2017.

L’agenzia delle Entrate ci tiene dunque a sottolineare che:

E in merito alle modifiche al sistema sanzionatorio l’Agenzia sottolinea che si tratta di una materia che esula dal suo perimetro di competenza.

04 aprile 2018 – tratto da sole24ore.com

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