I controlli di Guardia di finanza, agenzia delle Entrate, Inps, Inail e Ispettorato del lavoro continuano anche nel periodo estivo e di norma si concentrano verso quelle attività commerciali tipiche di questa stagione. In giornate in cui il carico di lavoro per queste imprese è particolarmente intenso, capita di imbattersi in prestazioni senza emissione di ricevuta/scontrino fiscale oppure impiego di personale non in regola.

Questi controlli, oltre a sanzionare un’eventuale irregolarità rilevata in occasione dell’accesso, potrebbero essere successivamente utilizzati dall’amministrazione per una ricostruzione induttiva o analitico-induttiva del reddito. Se, ad esempio, dovesse emergere l’utilizzo di lavoratori senza contratto, al di là delle irregolarità che verrebbero immediatamente constatate in materia di lavoro, la violazione potrebbe costituire un indizio futuro in base al quale presumere anche maggiori ricavi, dal momento che - in genere - a maggiori costi dovrebbero corrispondere ulteriori ricavi. Oppure l’omessa emissione di scontrini fiscali ai clienti di un bar o di una gelateria, potrebbe essere successivamente utilizzata, in presenza di altre anomalie, quale presunzione di maggior reddito.

Per ciascuna tipologia di attività commerciale, le “metodologie di controllo” elaborate a livello centrale forniscono ai verificatori indicazioni precise sugli elementi da riscontrare ed anche gli specifici indizi di evasione che caratterizzano il particolare settore. Ferme restando le regole generali cui i verificatori devono attenersi (indagine pre-verifica, rispetto dello Statuto e delle relative norme nell’ipotesi di accesso, termini per richiesta di documenti per accertamenti “a tavolino”, e così via), è possibile individuare gli elementi ritenuti rilevanti per la contestazione di condotte evasive.

Una delle prime rilevazioni è il riscontro del saldo di cassa rispetto agli incassi complessivi e parziali registrati nella giornata (considerando denaro, carte di credito, bancomat, buoni pasto), che potrebbe già fornire una prima indicazione di entrate in evasione di imposta.

Nelle attività di somministrazione (bar, ristoranti, gelateria, ecc) i funzionari di prassi redigono un inventario analitico (quantità, valore e fornitore) di materie prime e merci, estendendo la ricerca anche ad altri locali di cui si abbia conoscenza. La funzione di tale verifica è duplice: per riscontrare sia l’eventuale esistenza di acquisti senza fattura sia l’attendibilità del totale rimanenze indicato nel bilancio.

Gli acquisti di materie e merci possono poi essere utilizzati per la ricostruzione induttiva dei ricavi. Nel caso delle pizzerie, ad esempio, è frequente il riscontro degli acquisti di farina per impasti e quelli di lievito. Così come l’acqua minerale o il caffè (con i dovuti scarti) possono verosimilmente indicare il numero di pasti somministrati dal ristorante. Nelle metodologie di controllo degli alberghi è suggerito anche il riscontro del numero di lenzuola e/o federe lavate, attraverso lavanderie industriali, con l’avvertenza di rilevare anche la frequenza del cambio. A fornire un’altro indizio sono i consumi dei prodotti monouso (saponette, bagnoschiuma, ecc.), i quali consentono la ricostruzione del numero di ospiti così come i dati acquisiti da agenzie e tour operator (fatture o estratti conto inviati all’albergatore).

Si tratta di “indicatori” che ovviamente consentono solo una presunzione dei ricavi, con la conseguenza che affinché possano ritenersi gravi, precisi e concordanti, dovrebbero essere supportati da altri indizi di evasione.

Laura Ambrosi e Antonio Iorio - 21 giugno 2018 – tratto da sole24ore.com

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