Firmato, oggi, il contratto Logistica Trasporto merci e Spedizione, che disciplinerà, d'ora in avanti, i diritti e le tutele di circa 10mila riders. L’orario di lavoro sarà flessibile e potrà essere sia full time che part time, con 39 ore settimanali su massimo 6 giorni a settimana e un minimo giornaliero di 2 ore e un massimo di 8, prevedendo anche la possibilità di coniugare la distribuzione urbana delle merci con il lavoro in magazzino. Una rivoluzione, spiegano i sindacati firmatari, perchè si tratta dell'«unico e primo contratto nazionale in Europa che disciplina l'attività dei rider in Italia, riconoscendone anche la natura prettamente di trasporto». «Con questo contratto si sancisce che i rider sono lavoratori subordinati e non autonomi, come erroneamente indicato da alcuni tribunali, essendo chiaro che questi lavoratori non possono scegliere se e quando fare una consegna, e quindi è necessario che abbiano i diritti dei lavoratori subordinati, seppur con ampi margini di flessibilità», spiegano il Segretario Generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi e il Segretario Nazionale Marco Odone. «La contrattazione si conferma determinante per risolvere le sfide del lavoro, anche quelle nuove poste dalla gig economy», dichiara Maurizio Diamante, Segretario nazionale della Fit-Cisl, in merito alla firma dell’accordo che inquadra i rider nell’articolato “Distribuzione delle merci con cicli, ciclomotori e motocicli (c.d. Rider)” all’interno del ccnl Logistica, Trasporto merci e Spedizione, il quale a sua volta era stato rinnovato lo scorso 3 dicembre. All’epoca del rinnovo era stata introdotta per la prima volta la figura dei rider nello stesso ccnl, ma si era scelto di rimandare la definizione delle loro tutele e doveri a una successiva trattativa, che appunto oggi si è conclusa positivamente. «In sintesi abbiamo coniugato tutte le tutele necessarie ai lavoratori con la flessibilità richiesta dal tipo di prestazione lavorativa», spiega Quirino Archilletti, della Fit-Cisl nazionale. «Per i rider dunque sono previste coperture salariali, assicurative, previdenziali e quelle contrattuali come bilateralità e assistenza sanitaria integrativa. I rider saranno inquadrati con parametri retributivi appositamente creati. L’orario di lavoro naturalmente è flessibile e può essere sia full time che part time, con 39 ore settimanali su massimo 6 giorni a settimana e un minimo giornaliero di 2 ore e un massimo di 8, prevedendo anche la possibilità di coniugare la distribuzione urbana delle merci con il lavoro in magazzino. Saranno definiti inoltre i Dpi (Dispositivi di protezione individuale) che saranno forniti dall’azienda, come pettorine catarifrangenti e caschi. Infine è prevista la contrattazione di secondo livello per riconoscere la giusta produttività ai lavoratori”. “L’accordo di oggi è un punto di svolta per molti motivi», aggiunge Diamante: «innanzi tutto è confermato il ruolo determinante del sindacato e della contrattazione per trovare le risposte alle questioni sempre nuove che riguardano i lavoratori. Poi per la logistica tutta, che è un settore che ha un forte bisogno di regole per poter crescere di più e in maniera più ordinata, come continuiamo a ripetere da tempo: da oggi i rider queste regole le hanno e noi vigileremo perché siano applicate. Come sindacato quindi la nostra parte l’abbiamo fatta e continuiamo a farla. Ora chiediamo che il Governo faccia la sua riattivando il prima possibile il tavolo della logistica, che è il luogo deputato per trovare soluzioni al dumping, al caporalato e agli altri problemi che assediano la logistica italiana e che le impediscono di svilupparsi a vantaggio della nostra economia”.

18 luglio 2018 – tratto da Italia Oggi

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