Alla fine il punto di accordo sulla pace fiscale è stato trovato. La sanatoria ci sarà e riguarderà solo chi ha presentato la dichiarazione dei redditi. Una possibilità che si realizzerà attraverso una dichiarazione integrativa che consentirà appunto di far emergere fino a un terzo in più delle somme dichiarate l’anno precedente entro un limite di 100mila euro. Sui maggiori imponibili dichiarati si applicherà un’imposta unica (flat tax) del 20 per cento. Questa misura che, secondo le intenzioni del Governo, dovrebbe permettere di sanare le violazioni commesse non dagli evasori incalliti andrà di pari passo con la stretta sul penale tributario. Con fonti del Movimento 5 Stelle che hanno annunciato un inasprimento dell’attuale regime per arrivare all’arresto degli evasori fiscali. Misure destinate a entrare nel decreto fiscale all’esame del Consiglio dei ministri.

La lunga trattativa

È stata una lunga trattativa quella tra le due anime della maggioranza. Con la Lega che spingeva per l’integrativa e il Movimento 5 Stelle favorevole a una soluzione meno impegnativa come il ravvedimento potenziato, che a differenza della prima avrebbe consentito uno sconto solo su sanzioni e interessi. In questo caso, invece, l’integrativa dovrebbe prevedere anche uno sconto sulla quota capitale (ossia le maggiori imposte dovute).

Gli altri pilastri della pace fiscale

La pace fiscale è un’operazione più ampia. Oltre all’integrativa, infatti, ci saranno anche norme che consentiranno di definire (chiudere in modo agevolato) i processi verbali di constatazione, gli accertamenti e anche le liti fiscali. Per le cartelle ci sarà la rottamazione-ter ma anche la cancellazione automatica dei carichi (comprese multe e bolli auto) affidati alla riscossione dal 2000 al 2010 per un importo massimo fino a mille euro.

M.Mobili/G.Parente - 15 ottobre 2018 - tratto da sole24ore.com

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