Intesa tra Lega e M5S sulla pace fiscale e sulla partenza della riforma delle pensioni con l'introduzione di quota 100 gà da febbraio . E c'è anche il decreto "taglia scartoffie e leggi inutili" la cui adozione è stata decisa nel vertice economico che ha preceduto la riunione del consiglio dei ministri. Un provvedimento più o meno in linea con quello a suo tempo varato dal ministro per la semplificazione Roberto Calderoli, che ne festeggiò l'approvazione con un falò di cartacce nel cortile del dicastero.  Anche sulle pensioni d'oro si interverrà, con un risparmio di un miliardo di euro in tre anni ottenuto con il blocco dell'indicizzazione delle pensioni sopra i 4.500 euro, ma non per decreto. Come ha chiarito il vicepresidente del consiglio Luigi Di Maio, che ha definito gli interventi messi a punto non una ordinaria manovra di bilancio, ma addirittura una riedizione del "contratto sociale" di Jean Jacques Rousseau: "Questa non è una semplice manovra, è un Nuovo Contratto Sociale che lo Stato stipula con i cittadini. Vengono ristabiliti diritti che erano stati calpestati, vengono eliminati privilegi che erano stati dati per scontati e vengono fatti investimenti che si aspettavano da decenni. Da qui non si torna più indietro. Da oggi possiamo solo andare avanti. E non bisogna temere il cambiamento che sta per arrivare. Non fatevi fregare da chi vuole terrorizzarvi per il proprio tornaconto personale o di partito. 'L'unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa' Lo disse il presidente americano Roosevelt il 4 marzo 1933, ripetiamolo tutti insieme anche oggi", ha scritto un Di Maio in grande vena di citazioni storiche. E' stato poi il premier Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa successiva alla riunione del consiglio dei ministri, ad annunciare l'invio del draft budgetary plan alla Commissione Ue entro le 24 di ieri e a dichiararsi soddisfatto: "Manteniamo tutte le promesse frutto di un lavoro meditato e di tanti incontri, siamo molto soddisfatti,", ha aggiunto il presidente del consiglio . Anche il vicepremier, Matteo Salvini, si è detto estremamente soddisfatto, anche se stanco. "Cominciamo a mantenere gli impegni presi gradualmente ma con coraggio. Di più non so cosa avremmo potuto inserire in una manovra che non fa miracoli, non moltiplica pani e pesci ma apre opportunità di lavoro per centinaia di migliaia di giovani. Dopo 137 giorni di governo c'è da essere soddisfatti di quello che abbiamo fatto".  Nella manovra, ha affermato l'altro vicepremier, Luigi Di Maio,  "si confermano quota 100 e il reddito e la pensione di cittadinanza che partiranno nei primi tre mesi del 2019". Di Maio ha confermato anche l'aumento della tassazione sul gioco d'azzardo ("piaga sociale da combattere"). Non solo: l'anno prossimo sarà confermata 'opzione donna' per il pensionamento anticipato. "La Logica della manovra è quella illustrata nella Nota di aggiornamento al Def",  ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giovanni Tria. "Riflette quanto era lì previsto sia per quanto riguarda gli obiettivi di deficit, come ovvio, che per i contenuti. I principali sono l'eliminazione dell'aumento Iva previsto nella legislazione vigente, il finanziamento del reddito di cittadinanza e della correzione della Fornero per la possibilità di andare in pensione un po' prima per superare problemi di turn over. Ci sono provvedimenti fiscali a favore soprattutto delle piccole imprese". Nel progetto di Bilancipo 2019 notificato all'Ue si legge che "la manovra elaborata dal governo punta a conseguire un indebitamento netto della p.a. che, con un profilo comunque decrescente risulti pari al 2,4% del pil nel 2019, al 2,1% nel 2020 e all'1,8% nel 2021. Il profilo dei conti pubblici illustrato modifica sensibilmente il sentiero dell'indebitamento netto strutturale che dopo il miglioramento di 0,2 punti di Pil previsto per quest'anno, peggiorerebbe di 0,8 punti nel 2019". Nonostante il deficit al 2,4% del Pil quest'anno, nel progetto di Bilancio inviato all'Ue il governo prevede una discesa del debito-pil nel triennio in esame, anche a riflesso degli ipotizzati "proventi da dismissioni e altre entrate afferenti al Fondo di ammortamento del debito pubblico, pari a 0,3 punti di pil all'anno per il periodo 2018-2020. Tenuto conto di tali introiti - nello scenario programmatico la discesa del rapporto debito-pil è attesa pari a 0,3 punti quest'anno, e quindi 0,9 punti nel 2019, 1,9 nel 2020 e 1,3 nel 2021. Il rapporto scenderebbe dunque dal 131,2% del 2017 al 126,7 nel 2021". Il debito-pil viene indicato al 130,9% nel 2018, 130% nel 2019, 128,1% nel 2020 e 126,7% nel 2021.Tria ha smentito le voci su sue possibili dimissioni dopo il percorso della legge di bilancio: "Non sono portato al masochismo, di subire tutta legge di bilancio e la discussione per dimettermi dopo, smentisco, non avrebbe senso". Il draft budgetary plan pubblicato dal sito dell'Unione europea indica tutte le misure previste:  "La sterilizzazione totale delle clausole di salvaguardia per il 2019" (che diventa però una "riduzione" per il 2020 e 2021), "le iniziative a favore del rilancio degli investimenti pubblici e privati, l'introduzione della flat tax per le piccole imprese e per i lavoratori autonomi, gli interventi di ristrutturazione del sistema pensionistico a favore dell'occupazione giovanile e l'istituzione del Reddito di Cittadinanza". Un miliardo del programma d'investimenti è diretto a Genova e alla viabilità collegata al Ponte Morandi (classificata come spesa di natura "straordinaria", quindi fuori dal conteggio europeo sul Patto di Stabilità). "L'introduzione di una flat tax nel 2019 è rivolta inizialmente alle sole attività svolte da imprenditori individuali, artigiani e lavoratori autonomi ampliandola possibilità di aderire a un regime forfettario, sostitutivo di Irpef e Irap, con un'aliquota del 15 per cento. Il decreto legge sulla pace fiscale prevede la definizione agevolata delle posizioni debitorie dei contribuenti e la chiusura dei contenziosi pendenti, diluendo i termini di pagamento delle somme dovute per estinguere il proprio debito ad un lasso temporale di cinque anni e con un tasso di interesse molto ridotto". Poi il tema previdenziale: la legge di Bilancio 2019 "contiene, inoltre, un pacchetto di norme che rivedono il sistema pensionistico nell'ottica di agevolare il ricambio generazionale e consentire ai giovani di entrare nel mercato del lavoro. Per accedere alle prestazioni previdenziali si dispone il raggiungimento della cosiddetta "quota 100", come somma dell'età anagrafica (62 anni) e contributiva (minimo 38 anni). Per il potenziamento della lotta alla povertà si introduce il Reddito di Cittadinanza, per sostenere chi si trova al di sotto della soglia di povertà e, allo stesso tempo, favorirne il reinserimento nel mercato del lavoro attraverso un percorso formativo vincolante".
Su quota 100 e reddito/pensioni di cittadinanza, gli effetti finanziari sono equamente spartiti tra le misure-bandiera dei due azionisti del governo e sono indicati nello 0,37% del Pil nel 2019, che significa grossomodo 6,7 miliardi. Sulle revisione della Fornero si spiega che "la soglia minima per il pensionamento anticipato è di 62 anni di età e 38 anni di contributi, a cui si potrà accedere durante quattro finestre l’anno". Con meno di 38 anni di contributi, insomma, non si potà anticipare il pensionamento. Per il reddito, si spiega che "ne possono beneficiare maggiorenni residenti in Italia da almeno 5 anni disoccupati o inoccupati (inclusi pensionati). La misura supera dal 1 gennaio 2019 il reddito di inclusione (cd. REI, operativo dal 2018) ed è accompagnata a una riforma dei centri per l’impiego".

Giampiero Di Santo - 16 ottobre 2018 – tratto da Italia Oggi

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