Continuano gli stress test sulla fattura elettronica. Dopo il debutto del 1° gennaio, prosegue il periodo di rodaggio per il nuovo obbligo nelle operazioni B2B e B2C. Non senza polemiche, considerato l’esposto annunciato dal Codaconsper «interruzione di pubblico servizio» e i problemi segnalati ancora ieri dall’Anc (Associazione nazionale commercialisti) su Fatture e corrispettivi ma anche anomalie sui gestionali. Dall’Agenzia continuano a precisare che non risultano problemi o malfunzionamenti. Oltre alle sonde installate da Sogei che misurano ogni due minuti l’andamento dei server, è attiva anche una task force delle Entrate con 60 addetti tra strutture regionali, provinciali e Cam (centri assistenza multicanale). L’obiettivo è raccogliere segnalazioni di problemi di trasmissione e verificarle in tempo reale.

A ieri, intanto, risultavano transitate dallo Sdi (Sistema di interscambio) 4,7 milioni di fatture elettroniche. Un trend che, se proiettato sui dodici mesi, porterebbe a fine anno a un risultato molto inferiore agli 1,8 miliardi di file attesi. Per questo è evidente che si tratta ancora di una fase di rodaggio, in cui molti operatori Iva stanno prendendo soprattutto confidenza con il meccanismo. Anche perché la moratoria sulle sanzioni (per i mensili arriva a fine settembre) consente tempi molto più lunghi per l’invio. Soprattutto gli operatori più piccoli sono ancora alle prese con le deleghe agli intermediari. A questo proposito Maurizio Postal, delegato alla fiscalità per il Consiglio nazionale dei commercialisti, segnala un ritardo da parte delle Entrate nella registrazione delle deleghe massive comunicate via Pec, che spesso non avviene nei cinque giorni previsti. «In generale grosse criticità non ne abbiamo registrate - aggiunge Postal - anche se il sistema privato, quindi imprese, piccoli imprenditori e anche alcuni professionisti, sono in difficoltà».

Anche la piattaforma offerta dal Consiglio nazionale ai propri iscritti sta registrando diversi problemi legati soprattutto al numero di richieste molto superiori alle aspettative.

Daniele Virgillito, presidente dell’Unione giovani (Ungdcec), mette in guardia dall’attuale clima di incertezza: «Molte imprese, se hanno dubbi interpretativi, non fanno nulla e non inviano nulla; è necessario dare certezze e non con una proroga che non farebbe che aumentare la confusione». L’Adc rileva che nei primi giorni il servizio era “intermittente” mentre ieri la situazione sembrava migliorata, anche se sottolinea che il meccanismo delle Entrate, con cinque passaggi obbligatori, è un po’ farraginoso.

Andrea Ferrari, presidente dell’Aidc, è contrario agli allarmismi: «Questo nuovo adempimento ha richiesto preparazione e investimenti, per questo si tollerano poco le anomalie, ma non dobbiamo ingigantire il problema». La deadline sarà probabilmente il 16 febbraio quando i molti ritardatari, che al momento stanno rinviando l’emissione, dovranno attrezzarsi.

F.Micardi/G.Parente - 8 gennaio 2019 – tratto da sole24ore.com

 

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