Via libera alla condivisione delle banche dati dell'Inps con l'Ispettorato nazionale del lavoro. E' quanto prevede un emendamento della maggioranza al decretone su reddito di cittadinaza e quota 100 approvato dall'Aula del Senato. Saranno condivisi i dati anagrafici aziende/datori di lavoro, i dati contenuti nel fascicolo elettronico aziendale, le retribuzioni imponibili annuali, ai fini contributivi, per azienda e per categorie di aziende, i dati anagrafici dei datori di lavoro e dei lavoratori beneficiari di interventi CIG (Cassa Integrazione Guadagni) ordinaria e straordinaria, mobilità, contratti di solidarietà, prestazioni previdenziali per malattia, maternità e assegni familiari, prestazioni di sostegno al reddito, compresi i dati anagrafici dei lavoratori che fruiscono del Reddito di cittadinanza. La norma, spiega in una nota il senatore M5S valerio Romano, "nel rispetto della disciplina comunitaria e di diritto interno in materia di protezione dei dati personali, consente all'Ispettorato nazionale del lavoro di poter accedere alle informazioni e banche dati, sia in forma analitica che aggregata, trattate dall'INPS. Tale accesso consentirà di svolgere più efficacemente le attività sul rispetto della disciplina in materia di lavoro e legislazione sociale, compresa l'attività accertativa legata al godimento del reddito di cittadinanza". Secondo un altro emendamento presentato dal governo e approvato dall'Aula, l'Inps dovrà varare il modulo della domanda per ottenere il reddito di cittadinanza non solo sentendo il ministero del Lavoro ma anche il Garante per la protezione della Privacy che dovrà essere ascoltato anche dal ministero per le modalità di presentazione del modulo. E ancora: "le informazioni sulle movimentazioni sulla Carta Rdc, prive dei dati identificativi dei beneficiari, possono essere utilizzate da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali a fini statistici e di ricerca scientifica". Nella seduta mattunina, sono state confermate una quindicina di proposte che avevano già ottenuto il via libera da parte della commissione Lavoro. Oltre alla stretta sugli stranieri sull'ottenimento del reddito di cittadinanza, il Senato ha approvato una norma che prevede che le ore obbligatorie di servizio socialmente utile nei Comuni per chi otterrà il reddito di cittadinanza saranno fino ad un massimo di 16 ore complessive settimanali con l'accordo delle parti. Via libera anche alla misura, già approvata in commissione Lavoro che fissa in "superiore di almeno il 10 per cento" all'importo massimo del RdC il limite retributivo minimo per definire congrua una offerta di lavoro: dunque 858 euro calcolando il 10% di 780 euro. Per i familiari di disabili, l'offerta sarà considerata "congrua se non eccede la distanza di cento chilometri dalla residenza". Mentre per un nucleo familiare con figli minori, "anche qualora i genitori siano legalmente separati", la terza offerta di lavoro sarà congrua "se non eccede la distanza di 250 chilometri" (un esonero che vale solo per i primi due anni). Infine, i beneficiari del reddito di cittadinanza sono tenuti a rendere dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro "tramite l'apposita Piattaforma digitale" anche per il tramite degli istituti di patronato convenzionati, ovvero, "di persona" presso i centri per l'impiego, "entro trenta giorni dal riconoscimento del beneficio". Approvato anche un emendamento presentato da Leu che prevede che gli incentivi alle imprese per l'assunzione a tempo pieno e indeterminato dei percettori di reddito di cittadinanza saranno riconosciuti anche per i contratti di apprendistato. Approvato anche un emendamento del governo in base al quale si allunga da 5 a 10 anni la rateizzazione della pace contributiva. In pratica, la norma prevede l'estensione da 60 a 120 rate mensili, per un importo minimo di 30 euro, del meccanismo della cosiddetta pace contributiva. Questo meccanismo si introduce in via sperimentale per il triennio 2019-2021 per consentire ai lavoratori in attività dal 1 gennaio 1996 di riscattare in tutto, o in parte, i periodi non coperti da contribuzione (fino a un massimo di cinque anni). Arrivano, poi, 20 milioni di euro nel 2019 dal Fondo sociale per l'occupazione e formazione per il finanziamento delle misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti dalle imprese del settore dei call center.
“Con l’accoglimento delle osservazioni del Garante della Privacy continua l’affinamento dell’evoluta architettura su cui si basa il reddito di cittadinanza: la modernità di uno Stato si misura del resto anche dalla capacità di garantire servizi grazie a una gestione incrociata snella, rapida e sicura dei dati”. Così il commento del sottosegretario per il Lavoro, Claudio Cominardi, firmatario degli emendamenti governativi approvati dall’Aula del Senato in materia di gestione delle banche dati e tutela delle informazioni. “Nel quadro del Sistema Informativo del Reddito di Cittadinanza istituito dal ministero del Lavoro opereranno due piattaforme digitali, una per il coordinamento dei centri per l’impiego gestita da Anpal e una per il coordinamento dei Comuni gestita dal Ministero del Lavoro - spiega Cominardi - Abbiamo chiarito che la trasmissione avverrà sempre nel rispetto dei principi di minimizzazione, integrità e riservatezza. Il parere del Garante della Privacy, i cui uffici sono stati sentiti proprio per l’elaborazione degli emendamenti sul tema, verrà raccolto anche prima della stesura del piano tecnico di attivazione e interoperabilità delle piattaforme: piano che sarà varato con apposito decreto”. “Altro aspetto messo nero su bianco riguarda la possibilità per la Guardia di Finanza di accedere al Sistema Informativo del Reddito di Cittadinanza. Le Fiamme Gialle avranno dunque a disposizione uno strumento in più per la verifica dei requisiti e per combattere i furbetti”.
26 febbraio 2019 – tratto da Italia Oggi