Assicurazione professionale obbligatoria in capo ai consiglieri di amministrazione, per evitare che i giudici possano rifarsi esclusivamente sulle polizze dei professionisti componenti il collegio sindacale. Un intervento, che si proverà a inserire già in legge di Bilancio, finalizzato a «scongiurare la creazione di storture negli equilibri tra organi di amministrazione e di controllo». È quanto annunciato ieri dal viceministro allo sviluppo economico Stefano Buffagni, che è intervenuto al convegno organizzato a Matera dalla Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti (Cnpadc) dal titolo «Non sprechiamo l'Europa - Fondi europei, opportunità di sviluppo e ruolo del dottore commercialista».

Assicurazione. «Stiamo lavorando per inserire in legge di Bilancio l'obbligo dell'assicurazione professionale per i consiglieri di amministrazione», ha dichiarato il viceministro Buffagni nel corso del suo intervento. «Questo perché dobbiamo evitare che, in caso di problemi, i giudici vadano a rifarsi esclusivamente sulle assicurazioni dei professionisti adibiti al controllo. La responsabilità», ha concluso il viceministro, «deve essere in capo sia al gestore che al controllore. Una misura che aumenterebbe le tutele nei confronti dei creditori».

Fondi europei. Nel corso del convegno sono stati illustrati i numeri relativi all'utilizzo dei fondi europei in Italia e i dati sugli stanziamenti Ue per gli anni 2021-2027. Nel prossimo quadro finanziario pluriennale dell'Ue i fondi destinati a settori considerati prioritari e ad alto valore aggiunto (ricerca, innovazione e agenda digitale, giovani, migrazione e gestione delle frontiere, difesa e sicurezza interna, azione esterna, clima e ambiente) potrebbero aumentare di circa 200 miliardi di euro mentre quelli a favore della politica agricola comune (Pac) e della politica di coesione subiranno una riduzione. In questo scenario l'Italia potrebbe godere di circa 36,3 miliardi di euro per la politica agricola, diventando il quarto paese beneficiario dei fondi Pac, dopo Francia, Spagna e Germania. Sul fronte della politica di coesione le risorse a disposizione dell'Italia salirebbero a 43 miliardi di euro rispetto alla dotazione di 34 miliardi del periodo 2014-2020.

Il ruolo del commercialista. «I fondi messi a disposizione dall'Unione europea troppo spesso nel nostro paese vengono poco o per nulla utilizzati dalle imprese», è stato il commento del presidente della Cnpadc Walter Anedda. «In quest'ottica il ruolo dei commercialisti, che possono gestire al meglio il complesso processo di allocazione, gestione, monitoraggio, rendicontazione e controllo delle risorse provenienti da Bruxelles diventa fondamentale». Su questo versante, la categoria è già attiva. Lo scorso febbraio, infatti, il Consiglio nazionale ha stretto una partnership con il Colaf (Comitato per la lotta contro le frodi Ue) finalizzato a definire l'elenco degli specialisti dei fondi comunitari all'interno dell'albo nazionale. «Il progetto è ora nella sua fase operativa», racconta a ItaliaOggi Marcella Galvani, consigliere Cndcec con delega alle politiche europee. «Stiamo infatti analizzando le procedure di controllo e di gestione dei fondi europei delle regioni per identificare le cattive pratiche e le aree che necessitano di un miglioramento. Una volta conclusa questa fase, predisporremo dei corsi di formazione specifici per arrivare alla definizione dell'elenco di esperti. L'obiettivo finale», conclude la consigliera Galvani, «è quello di arrivare a una normativa armonica a livello nazionale, in modo da avere regole certe e uguali su tutto il territorio».

Michele Damiani – 28 novembre 2019 – tratto da Italia Oggi

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