Dopo la flessione dello 0,3% in aprile, a maggio la produzione industriale compie un rimbalzo mensile robusto, salendo dello 0,9 per cento. E l’incremento nei dodici mesi, corretto per gli effetti di calendario, è pari a un +3 per cento, lo scalino più alto dall’agosto del 2011, quando l’aumento tendenziale della produzione fu del 7,1%, come ricorda l’Istat. Se ne può quindi dedurre che quella di aprile è stata una battuta d’arresto temporanea e che finalmente i dati quantitativi cominciano a chiudere la distanza con quelli delle indagini qualitative che da tempo avevano orientato il barometro congiunturale in miglioramento. Come se tutti i fattori esterni positivi puntualmente segnalati dagli esperti di congiuntura(il valore dell’euro più basso, la riduzione dei prezzi del petrolio, la politica monetaria ultra-accomodante) avessero cominciato a produrre i primi risultati con un certo ritardo.

Se si considerano i primi cinque mesi dell’anno, l’aumento è pari allo 0,5 per cento. Il Centro studi Confindustria (CsC), che dispone di una strumento di sondaggio come l’indagine rapida sulla produzione industriale, stima che in giugno si verificherà un lieve ridimensionamento (-0,2% è la previsione di giugno su maggio); conferma, tuttavia, che la prospettiva di un aumento dell'attività industriale dello 0,8% nel secondo trimestre dell’anno, in accelerazione rispetto al +0,5% del periodo gennaio-marzo, rappresenta comunque il valore più alto dalla fine del 2010. Tornando ai dati Istat, tutti i raggruppamenti mostrano una dinamica positiva: dai beni strumentali (+2,3 per cento)a quelli energetici (+1,7%); crescono più lentamente i beni di consumo (+0,7) e i beni intermedi (+0,6%).

Quanto ai settori, si confermano i forti incrementi nei dodici mesi per i prodotti petroliferi raffinati (+16,2) e per i mezzi di trasporto(+15,4%). Per l’auto, l’incremento tendenziale è spettacolare (si veda l’articolo sotto).

Complessivamente, quindi, i dati della produzione industriale sono coerenti con la prospettiva di una ripresa del prodotto interno lordo anche nel secondo trimestre dell’anno. Anche se, avvertono gli esperti di Unicredit, c’è da sciogliere l’incognita della crisi greca: un fattore che, con un esito negativo del negoziato, potrebbe pesare come una gelata sulla ripresa . E che invece, nel caso di una soluzione positiva, potrebbe migliorare in modo consistente la fiducia.

Secondo l’ufficio studi della Confcommercio, il dato Istat «decisamente migliore rispetto alle attese, indica che, nonostante tutte le incertezze, la ripresa italiana c'è. Ed è possibile una crescita superiore all'1% nell'anno in corso». «Non resta che attendere un segnale coerente dal versante dell'occupazione, l'ultima tessera mancante per potere parlare con maggiore convinzione e fiducia di buone prospettive a breve per l'economia», conclude la nota dell’associazione dei commercianti.

Soddisfatti ma prudenti i commenti del premier Renzi («dopo tanti anni torna a crescere la produzione. È positivo, ma non basta») e del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Che prima twitta: «Ancora molta strada da fare ma stiamo andando nella direzione giusta». Poi,affida le ragioni del suo cauto ottimismo a un lungo comunicato: i dati della produzione industriale di maggio e quelli sul lavoro (si veda l’articolo in fondo pagina) indicano che l'Italia è a un «punto di svolta» affermano a via XX settembre.

Anche i dati sul lavoro «per quanto riferiti al numero dei contratti e non al numero degli occupati sembrano indicare che oltre alle variabili esterne stanno giocando un ruolo importante la politica di bilancio, divenuta più favorevole alla crescita e le riforme adottate in Italia».

Del resto «le condizioni esterne in cui opera l'economia italiana - prosegue la nota del Mef - sono divenute favorevoli da alcuni mesi: il quantitative easing della Banca centrale europea ha migliorato le condizioni finanziarie per l'economia italiana; il prezzo del petrolio si è mantenuto a livelli inferiori al passato, con la conseguenza di un costo dell’energia più basso e quindi un effetto positivo sulla competitività del settore manifatturiero».

Rossella Bocciarelli  - 11 luglio 2015 - 11 luglio 2015 – tratto da sole24ore.com

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