Avvicinare i fondi di investimento agli startupper. È questo, in sostanza, l'obiettivo di VentureUp, il portale presentato oggi promosso da Aifi e Fondo Italiano di Investimento. Un obiettivo ambizioso e allo stesso tempo necessario, considerata la lentezza con la quale si muove questo settore in Italia. I limiti, senza girarci troppo intorno, sono molteplici. Come ad esempio una parte di startup guidate da giovani Ceo che troppo presto si sentono Steve Jobs. Ma anche la grande impresa spesso refrattaria alle innovazioni ha le sue colpe. E non sono poche. VentureUp, on line proprio da oggi, può essere un punto di partenza importante. Il portale (l'indirizzo ed è stato realizzato insieme a BonelliErede, Cassa Depositi e Prestiti, Invitalia e KPMG) pare essere ben strutturato, con un'area dedicata proprio all'approccio per le start-up che vogliono entrare in contatto con i venture capitalist per proporre un loro progetto.

L'area contiene informazioni utili, link, percorsi di autovalutazione, video e addirittura un'area in cui poter chattare con degli esperti. Gli startupper interessati possono iniziare un test in pochi click e avere un primo feedback. Inoltre, è presente un'area denominata Marketplace dedicata a tutte le start-up che intendono proporre un loro progetto: il sito consente di caricare le slide così da renderle disponibili ad eventuali venture capitalist interessati, con la speranza che l'interesse si concretizzi in finanziamento. Una bella vetrina.

Durante il dibattito che ha preceduto la presentazione del portale, si sono alternati diversi interventi. Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi, ha parlato di VentureUp come portale che «vuole essere di aiuto a tutti coloro che desiderano avviare una startup e non sanno a chi rivolgersi» sottolineando come l'innovazione, oggi, sia «eversiva» e ci sia bisogno di «coinvolgere le grandi aziende». Domenico Arcuri, ad di Invitalia, si è soffermato sulle difficoltà relative agli investimenti: «Non siamo messi per niente bene nella classifica dei paesi che attirano investimenti diretti, per ragioni lunghe, note e complicate» aggiungendo che «il ritardo nel mercato del venture capital è dovuto anche alla scarsa capacità di attrarre capitali stranieri». E del resto, gli startupper intervenuti (Marco Carrai di CMC, Laura Iris Ferro di Gentium, Ugo Parodi Giusino di Mosaicoon, Paola Marzario di Brandon Ferrari e Michele Scarici di Ennova) hanno lamentato l'assenza di capitali in grado di accompagnare le aziende a fare il salto, a crescere oltre il livello di startup. Tanto è vero che delle dieci startup italiane che fatturano oltre un milione di euro, tre sono andate a cercare fondi all'estero.

Il direttore generale del Mise, Stefano Firpo, ha ribadito come sia necessario che l'Italia riesca a mettere insieme tecnologia e manifattura: «Siamo in profondo ritardo, ma la strada imboccata è quella giusta». Una strada alla quale, da oggi, si aggiunge il portale VentureUp.

Biagio Simonetta - 3 novembre 2015 – tratto da sole24ore.com

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