L’amministrazione finanziaria può ottenere il risarcimento del danno dai funzionari delle Entrate accusati di concussione e quindi di aver estorto ai contribuenti del denaro in cambio di chiudere un occhio sulle irregolarità fiscali. Ma non solo. L’azione civile non impedisce quella della Corte dei conti per danno erariale. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con la sentenza n. 6659 del 18 febbraio 2016, ha reso definitiva la condanna inflitta a un funzionario delle Entrate che aveva chiesto 5 mila euro a un cittadino, dopo avergli spedito il questionario, omettendo, così, di spiccare un accertamento.  La vicenda riguarda un dipendente dell’amministrazione che aveva chiesto del denaro a un cittadino prospettandogli il rischio che, se non avesse acconsentito, avrebbe emesso un avviso di 80 mila euro. L’uomo, nonostante le rassicurazioni della sua commercialista circa la sua posizione fiscale, era caduto nel tranello e aveva versato la somma richiesta. Poi lo aveva denunciato. Il tribunale e la Corte d’appello di Milano hanno condannato il funzionario per concussione. Inutile il ricorso alla Suprema corte con il quale lui ha tentato senza successo di mettere in discussione l’intero impianto accusatorio.  La sesta sezione penale ha infatti confermato la decisione di merito, negando le attenuanti. L’ha resa definitiva anche sul fronte del risarcimento del danno chiesto dall’amministrazione finanziaria e liquidato secondo equità.

Debora Alberici – 19 febbraio 2016 – tratto da Italia Oggi

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