Le vacanze per gli italiani sono ancora lontane. Almeno a guardare il calendario di giugno. Un mese fittissimo di appuntamenti con il Fisco: complessivamente (e considerando tutti i profili interessati) sono ben 143 a guardare lo scadenziario dell'agenzia delle Entrate. Un numero, però, che non tiene conto degli appuntamenti sempre «pesanti» (per le tasche dei cittadini e la “cassa” di imprese e professionisti) delle imposte con il mattone: Imu, Tasi e anche Tari (anche se per quest'ultima il calendario della tranche dovuta può variare da Comune a Comune). Si tratta di tre prelievi gestiti a livello locale e non a livello erariale.

Le liquidazioni Iva «precedono» la casa 
Il tour de force fiscale di giugno, però, non si aprirà con casa e immobili, più in generale. La proroga annunciata proprio a ridosso della scadenza originaria del 31 maggio (suscitando le ire dei commercialisti) ha fatto sì che il primo appuntamento di rilievo con il Fisco a giugno non riguardi un versamento ma bensì una comunicazione. Per l'esattezza la comunicazione dei dati delle liquidazioni trimestrali Iva. Un nuovo adempimento introdotto dal decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2017 e che viene “sperimentato” per la prima volta. Non certo con entusiasmo, perché se è vero che la finalità è quella dell'antievasione è stato necessario adeguare i sistemi contabili per reperire le informazioni da raggruppare e poi trasmettere all'agenzia delle Entrate.

Il 16 giugno: non solo imposte locali 
Venerdì 16 giugno è l'appuntamento con l'acconto di Imu e Tasi da cui sono attesi 10 miliardi di euro e che chiamerà alla cassa circa 18 milioni di proprietari di immobili. Ma ci sono anche “code” di appuntamenti che hanno scandito il calendario fiscale del 2016.
Come le assegnazioni di immobili ai soci o le trasformazioni in società semplice che hanno potuto sfruttare l'agevolazione di una sostitutiva. E ora è arrivato il momento di versare il 40% residuo dell'importo della tassazione che “sostituisce” Iva e imposte sui redditi.

Il 30 giugno: fine mese con l'ingorgo dei versamenti 
Da quest'anno non c'è più il tax day, con la concentrazione di tutte le scadenze di versamento il 16 giugno. L'effetto sdoppiamento non cancella, però, lo stress test fiscale dovuto dal calcolo e dal pagamento delle imposte. La regina è sicuramente l'Irpef per numero di contribuenti che adottano l'autoliquidazione e, infatti, il 30 giugno si paga, in unica soluzione o come prima rata, l'imposta sui redditi risultante dalle dichiarazioni annuali come saldo per il 2016 e primo acconto per il 2017. Stesso discorso vale anche per l'Ires sulle società e per l'Irap di imprese e professionisti non esonerati. E poi c'è la scadenza per le partite Iva che versano l'imposta sostitutiva nei regimi agevolati: minimi (5%) e forfettari (15%). E, invece, per i proprietari di abitazioni concesse in locazione scade – per chi l'ha scelta, naturalmente – il termine per il saldo 2016 e l'acconto 2017 della cedolare secca sugli affitti.

La seconda chance per i «ritardatari» 
Per chi non dovesse riuscire a rispettare tutte le scadenze di versamento c'è comunque un secondo appello. Si potrà pagare le imposte in scadenza il 30 giugno fino al termine del mese successivo, ma in questo caso bisognerà aggiungere all'importo dovuto anche una maggiorazione dello 0,40 per cento.

I nostalgici della dichiarazione dei redditi cartacea
In epoca di precompilata, può sembrare anacronistico o un retaggio da contribuenti “nostalgici”. Fatto sta che il 30 giugno cade anche un'altra (consolidata) scadenza: la presentazione in formato cartaceo della dichiarazione dei redditi che fino all'anno scorso si chiamava Unico e da quest'anno si chiama Redditi Persone fisiche e della scelta per la destinazione dell'8, 5 e 2 per mille.

Testa a testa tra intermediari finanziari e società 
Nella particolare classifica degli adempimenti fiscali per categoria a giugno si preannuncia un testa a testa tra istituti di credito, finanziarie, Sim e fiduciarie contro le società di capitali: 80 appuntamenti di vario genere a fronte di 78. Numeri tutt'altro che invidiabili e che testimoniano quanto sia ancora lunga la strada per semplificare e per un rapporto più disteso Fisco-contribuenti in Italia.

Cristiano Dell'Oste/Valentina Melis/Giovanni Parente - 11 giugno 2017 – tratto da sole24ore.com

 

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