I clienti Airbnb subiranno la ritenuta del 21% sui canoni degli affitti turistici come tutti gli altri locatori che passano dagli «intermediari». Il Tar Lazio ha respinto oggi (ordinanza 5442/2017) l’istanza di Airbnb di annullare il provvedimento delle Entrate prot. n. 132395/2017 del 12 luglio scorso che fissava le regole per l’attuazione dell’articolo 4 del Dl 50/2017. Di fatto, se Airbnb avesse avuto ragione dal Tar, tutto si sarebbe bloccato.
Ma il giudice amministrativo (che aveva già respinto le istanze di abbreviazione dei termini d’udienza e quella di sospensiva del provvedimento) ha bocciato tutte le argomentazioni di Airbnb, pur “consigliando” alle Entrate di non infierire sulla società per i mancati versamenti del 16 ottobre, in quanto si era in attesa proprio di questa pronuncia.

E del resto compensa le spese proprio in considerazione dell’oggettiva «complessità e nonvità della questione».
Ecco, parola per parola, le motivazioni del Tar:
1) i denunciati effetti distorsivi della concorrenza, derivanti dalla imposizione degli obblighi di versamento della ritenuta in esame, sono, per quanto riguarda il rischio di perdita di clientela a favore di altri concorrenti, meramente eventuali;
2) per quanto riguarda inoltre gli oneri di riconversione e riorganizzazione imprenditoriale, ai fini di ottemperare alle misure previste dal provvedimento impugnato, essi non sono stati esattamente quantificati e, presumibilmente, non sono di entità tale da pregiudicare la competitività dell'azienda, considerato il suo volume d'affari in Italia, come indicato in ricorso;
3) le misure attinenti agli obblighi di versamento della ritenuta non si palesano discriminatorie laddove esse ragionevolmente si applicano solo agli intermediari che intervengono nel pagamento del canone di locazione.
4) Ritenuto infine che, nella comparazione tra i diversi interessi pubblici e privati coinvolti, appare comunque prevalente l'interesse pubblico al mantenimento degli effetti del provvedimento in esame, al quale peraltro gli altri operatori del mercato si sono già adeguati, fermo restando che l'amministrazione potrà, nella sua discrezionalità, valutare l'opportunità di concedere alla parte ricorrente un breve termine per effettuare gli adempimenti e i pagamenti in scadenza alla data del 16 ottobre 2017, che la parte ricorrente ha dichiarato di non aver assolto in considerazione delle aspettative legate alla presente vicenda giudiziaria.
Airbnb ha replicato che «Pur non concedendo la sospensiva, il TAR ha riconosciuto l'esistenza di aspetti meritevoli di ampia riflessione in sede di merito. La materia oggetto del ricorso è molto complessa, non solo per la normativa applicabile ma anche per la comprensione e definizione del mercato di riferimento, aspetto fondamentale per l'accertamento dei profili di discriminazione. Quelli degli intermediari e delle piattaforme sono due mercati ben distinti: dopo la decisione di abbandonare pagamenti tracciabili, digitali e trasparenti da parte di altre piattaforme siamo gli unici soggetti online colpiti dalla norma. Per quanto riguarda l'istanza cautelare, riteniamo di dover valutare, a nostra tutela e in ragione dei motivi di urgenza, l'opportunità di portare il caso all'attenzione del Consiglio di Stato. Come precisato con forza al momento della presentazione di questo ricorso i nostri sforzi sono tutti concentrati al tavolo del Mef e nel collaborare con il ViceMinistro Casero secondo una soluzione che crediamo sia sostenuta da quasi tutti gli operatori interessati e possa portare questo mercato verso più digitale e trasparenza».
Più propositivo l’intervento di Stefano Bettanin, CEO di Rentopolis e presidente di Property Managers Italia, associazione nazionale di categoria che rappresenta gli imprenditori che operano in maniera professionale nel campo delle locazioni brevi: «Siamo pronti a supportare i portali da un punto di vista tecnico/legale/fiscale/tecnologico purché vi sia la volontà da parte di tutti i players a collaborare per valorizzare al massimo le nuove norme e creare un mercato davvero concorrenziale che faccia decollare una volta per tutte lo short term rental in Italia, vero volano dell'economia italiana. In queste settimane in cui si parla di ulteriori modifiche che potrebbero arrivare con la Finanziaria, è necessario sedersi attorno ad un tavolo anche con tutti i portali - continua Bettanin - per capire le implicazioni delle nuove norme a cui tutti devono attenersi, non solo Airbnb, visto che la legge è e deve essere uguale per tutti».

Saverio Fossati - 18 ottobre 2017 – tratto da sole24ore.com

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